L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
Promo attive (0)
Indice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un libro da possedere per poterlo leggere e rileggere. Uno dei pochi romanzi sulla deportazione nazista non da testimonianza diretta ma altrettanto efficace e toccante. Si intuisce l'esperienza giornalistica della scrittrice e la sua completa padronanza delle emozioni, unita anche ad uno studio approfondito delle realtà storiche e delle drammatiche conseguenze dell'ultimo conflitto mondiale; con in più il pregio di portare alla luce aspetti poco conosciuti della persecuzione razziale e realtà ancora più drammatiche di quella vissuta dagli ebrei. Il racconto, affidato in prima persona ad una ragazza rom sopravvissuta ai lager, sottolinea non solo le atrocità dei campi di concentramento, ma anche e soprattutto il tormento di tenere celata per oltre sessant'anni una verità che altrimenti l'avrebbe condannata ad una vita da reietta. Veramente un plauso ad un'opera sensibile e coinvolgente.
Un libro che rivela un aspetto della nostra storia che mi era assolutamente sconosciuto: una rom reduce dai campi di concentramento nazisti che si deve inventare una nuova identità per nascondere il suo essere rom, per evitare un crudele razzismo scatenato dalle sue origini. Cosa c’è di peggio che essere ebrei? Essere rom.
Una storia toccante che offre un ulteriore punto di vista su una delle pagine più tristi della Storia. Poco importa se la protagonista delle vicende narrate sia reale o inventata, sappiamo purtroppo che è realistica e gli eventi verosimili. Da leggere assolutamente.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Io non mi chiamo Miriam è un libro che parla di opportunità. E di scelte. Del momento in cui, scesa dal treno, Malika, la bambina rom, diventa Miriam, la ragazza ebrea. E del gusto speciale che ha una mela quasi marcia, raccolta da terra mentre cammina in fila, in silenzio, con altre decine di uomini e donne verso l’ingresso di un campo di concentramento.
È la storia della vita di una donna vissuta da un’altra. Del coraggio di sopravvivere quando intorno tutto muore: l’umanità, un padre, la dignità, l’amatissimo fratello Didi, la coscienza, l’amica Else, che le ha offerto un posto nel suo letto e le ha insegnato lo svedese.
Della forza di non ricordare che è esistito “un prima”, felice. Della gratitudine di poter vivere un “dopo”, anche se in un paese straniero, dove è arrivata salendo su un treno che ancora il caso le ha assegnato.
Il libro si apre su Miriam un’anziana signora svedese, è vedova, ha un figlio e una nipote. Ha vissuto una lunga vita. Non ha mai detto a nessuno la verità.
Così, il giorno del suo 85esimo compleanno, svelando il suo segreto, ci trascinata nell’abisso terrificante del suo passato nei lager, nella descrizione minuziosa del trascorrere delle giornate, nella brutalità con cui venivano trattate le prigioniere; gli esperimenti di Mengele sui bambini, il pane e segatura come unico pasto, le camere a gas.
E poi ci mostra il dopo: la libertà che pesa; la paura che non va mai via, anche in un paese sicuro che non ha visto gli orrori della guerra; il non sentirsi mai a casa, anche tra le braccia di un marito amato; l’angoscia costante di essere scoperta una bugiarda che ha tradito il suo popolo, i ROM.
La storia di Miriam si intreccia con la Storia.
Pervade il libro la sensazione struggente di lotta per la sopravvivenza a tutti i costi, una lotta con le unghie e con i denti. Lascia sgomenti l’idea che una volta ottenuta la libertà Miriam si senta perduta ed estranea. Sente che ha perso la sua identità. Sa che è il prezzo che ha pagato per avere in cambio una vita da vivere. Stride il contrasto tra la vita vissuta da Miriam e quelle dei suoi cari, il figlio, la nipote, le nostre vite vissute pacificamente al sicuro, così lontane dalla sua disumana esperienza.
Recensione di Teresa Zitarosa
L'articolo è stato aggiunto al carrello
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da Feltrinelli, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.ibs.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore