Ottima la prima metà del libro. I tempi sono gradevoli e ben strutturati. I flashback sono perfettamente inseriti nel ritmo narrativo, nessun salto, nessuno strappo, perfetto. I personaggi sono ben descritti e mai delineati in modo troppo netto, come è giusto in un thriller d'autore. Purtroppo la seconda parte del libro è un po' caotica, non so quanto volutamente. Alla fine quasi si fatica a capire chi sia il colpevole... Lo stesso autore si servirà di uno psichiatra per spiegare al lettore come sono davvero andate le cose. Sarebbe stato meglio arrivarci un po' alla volta vivendo la storia. Bella invece la parte conclusiva in cui ciascun protagonista da la propria spiegazione soggettiva su cosa è stato e cosa sarà.
Io sono Dio
Non c'è morbosità apparente dietro le azioni del serial killer che tiene in scacco la città di New York. Non sceglie le vittime seguendo complicati percorsi mentali. Non le guarda negli occhi a una a una mentre muoiono, anche perché non avrebbe abbastanza occhi per farlo. Una giovane detective che nasconde i propri drammi personali dietro a una solida immagine e un fotoreporter con un passato discutibile da farsi perdonare sono l'unica speranza di poter fermare uno psicopatico che nemmeno rivendica le proprie azioni. Un uomo che sta compiendo una vendetta terribile per un dolore che affonda le radici in una delle più grandi tragedie americane. Un uomo che dice di essere dio.
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Anno edizione:2010
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Una trama ben costruita per un thriller che tiene con il fiato sospeso fino alla fine. Una storia fatta di intrecci e colpi di scena, ben scritta da Faletti. I personaggi sono ben tratteggiati nei loro aspetti caratteriali e tutti, a loro modo, contribuiscono a dare forza e contenuto alla storia. La psicologia dell'assassino, poi, è sottile e difficile da cogliere, tanto da renderne difficile l'individuazione fino all'ultimo. Ci sono tutti gli elementi, quindi, per rendere piacevole la lettura.
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Dopo aver letto (e riletto) "Io uccido", e dopo la scomparsa di Giorgio Faletti, ho deciso di leggere un altro dei suoi romanzi soprattutto per scoprire se la stessa persona avrebbe potuto catturarmi, emozionarmi e sorprendermi: un po' come quando, da grande appassionato di calcio, vedo un giocatore che non conosco giocare una grande partita, da campione, ma prima di chiamarlo "campione" mi riservo di osservarlo in un'altra partita. Bene, credo che Giorgio Faletti sia un Campione, con la C maiuscola. Ho impiegato pochissime pagine a ritrovare il suo stile penetrante e unico che avevo imparato a conoscere in "Io uccido", ed è stato come ricominciare un capitolo interrotto. Sono tante le cose che mi hanno sorpreso in positivo, confermando le impressioni avute in precedenza: la capacità di descrivere la vicenda dando importanza alla storia di ogni personaggio, anche il meno significativo per la vicenda stessa, che mi fa pensare quanto lo scrittore sia stato nella vita un grande osservatore, qualità che apprezzo e che cerco di "imitare"; la personalità dell'assassino, che è soltanto una delle due facce di una moneta; e, non meno importante, il fatto che sia riuscito a fregarmi ancora, alla grande. Bellissima conferma, insomma, peccato soltanto per il finale un po' troppo controverso e indecifrabile.