Io sono vivo, voi siete morti - Emmanuel Carrère - copertina
Io sono vivo, voi siete morti - Emmanuel Carrère - copertina
MESSAGGIO DI PROVA
Dati e Statistiche
Salvato in 0 liste dei desideri
Letteratura: Francia
Io sono vivo, voi siete morti
Disponibilità in 5 giorni lavorativi
16,15 €
-15% 19,00 €
16,15 € 19,00 € -15%
Disp. in 5 gg lavorativi

Descrizione


"Da adolescente" scrive Emmanuel Carrère nel "Regno" "sono stato un lettore appassionato di Dick e, a differenza della maggior parte delle passioni adolescenziali, questa non si è mai affievolita. Ho riletto a intervalli regolari 'Ubik', 'Le tre stimmate di Palmer Eldritch', 'Un oscuro scrutare', 'Noi marziani,' 'La svastica sul sole'. Consideravo e considero tuttora il loro autore una specie di Dostoevskij della nostra epoca". A trentacinque anni, spinto da questa inesausta passione, Carrère decise di raccontare la vita, vissuta e sognata, di Philip K. Dick. Il risultato fu questo libro, in cui, con un'attenzione chirurgica per il dettaglio e una lucidità mai ottenebrata dalla devozione, Carrère ripercorre le tappe di un'esistenza che è stata un'ininterrotta, sfrenata, deragliante indagine sulla realtà, condotta sotto l'influsso di esperienze trascendentali, abuso di farmaci e di droghe, deliri paranoici, ricoveri in ospedali psichiatrici, crisi mistiche e seduzioni compulsive e riversata in un corpus di quarantaquattro romanzi e oltre un centinaio di racconti (che hanno a loro volta ispirato, più o meno direttamente, una quarantina di film). Con la sua scrittura al tempo stesso semplice e ipnotica, Carrère costruisce una biografia intricata e avvincente quanto lo sarà, vent'anni dopo, quella di Eduard Limonov che è insieme un romanzo di avventure e un nitido affresco delle pericolose visioni di cui Dick fu artefice e vittima.

Dettagli

26 maggio 2016
351 p., Brossura
9788845930874

Valutazioni e recensioni

  • Vita e opere si fondono nella biografia di Dick. Per gli appassionati di fs, i suoi romanzi (a dir il vero non esaltanti sul versante dello stile) contengono idee di estrema modernità. Il concetto di realtà è quanto mai labile, soggetto a manipolazioni e spesso indistinguibile da sogni e allucinazioni; il confine tra umano e artificiale si ridefinisce sulla base della capacità empatica; la memoria è alterabile su scala individuale e collettiva, offrendosi così come formidabile strumento di controllo sociale. Il buon Dick, a quanto si può leggere, ha avuto parecchio materiale cui attingere: psicoanalisi, trip da cocktail di farmaci, droghe più o meno leggere, dissertazioni teologiche, Bibbia e I-Ching. Carrère intreccia efficacemente il dato biografico con il racconto dei principali lavori, da ‘La svastica sul sole’ alla trilogia di Valis, passando per Ubik (dal quale proviene la citazione del titolo). Gli spoiler abbondano, ma probabilmente chi sceglie questo testo ha già incrociato lo scrittore ed è interessato all’uomo, alla sua visione del mondo e dell’esistenza.

  • Traumatizzato a tre anni da una maschera antigas: basta questo per spiegare la vita e il pensiero divergente di un uomo? Probabilmente no, ma se a questo aggiungiamo una gemella morta di fame appena nata, padre assente, madre piuttosto sgallettata, attacchi d'asma, panico, tachicardia, vertigini e agorafobia, nonché precoci e continuative sedute di psicoanalisi manipolate con destrezza, forse il quadro si completa e soddisfa le condizioni che fanno di un essere, un essere speciale, dalla straordinaria capacità di trasformare la sua realtà in fantascienza e viceversa, e le sue allucinazioni e deliri in incubi esistenziali. A dodici anni pubblica il suo primo abbozzo di romanzo e a tredici considera una serie di avventure intergalattiche un'intransigente verità. Ed è questo il punto cruciale e centrale: il concetto di 'vero', di Realtà oggettiva e i suoi incerti, sottili e liquidi confini con l'illusione e la follia, perenne riflessione, cruccio e stimolo, perno attorno al quale ruoterà tutta la sua esistenza e paradossale creatività: "Non aveva mai avuto immaginazione. I suoi erano semplici resoconti." Era pienamente consapevole della sua "anormale normalità", fonte di tormento, ossessione, ispirazione e, alla fine, pure di guadagno, più che in termini economici, in termini di colui dai cui germogli si generò gran parte delle pietre miliari nella narrazione fantascientica e distopica del secolo scorso. Dick, perfetto funambolo del 'E se...?'; visionario e sognatore ad occhi aperti e chiusi, abile sofista e conversatore dal cervello inquieto, prolifico (ipersollecitato dalla chimica), e sempre pronto a captare e decodificare i segnali dall'universo, ha trovato in Carrère un magnifico interprete e traduttore di vita e di pensiero desunti dalla produzione letteraria stessa, il quale, confermando la sua eccellenza in qualità di scrittore auto/etero biografico, sa mettere la penna esattamente lì dove serve.

Chiudi

Inserisci la tua mail

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore