Lo diciamo senza mezzi termini, Kafka sulla spiaggia (2002) è un capolavoro di evocazione impressionista a qualsiasi livello lo si voglia considerare. Nella scrittura di Murakami convergono musica alta e musica intesa bassa in quanto popolare (da una parte Beethoven e dall’altra Prince) così come convergono cinema alto e cinema “basso” (da una parte Francois Truffaut e dall’altra Indiana Jones). Non solo, in questo mix postmoderno convergono pittura, poesia, libri vecchi e nuovi, filosofia ottocentesca e tragedia greca, suspense da romanzo mystery, umorismo, esasperazioni sessuali rubate di peso dalla profezia di Edipo, e diventano un unico flusso visionario di maledizioni e simboli, sesso, scene cruente e tenere, astrazioni introspettive come il miglior David Lynch… Questo insieme lo chiameremo Tesi. Una Tesi moderna che “esce fuori da sé” e si proietta su una Antitesi antica, quella delle tradizioni religiose giapponesi, e nella fattispecie dello shintoismo. Lo shintoismo di Murakami non ha niente a che fare con quello Imperiale, settario e di Stato. Semmai, attraverso le sue riflessioni sull’importanza della famiglia e sulla sacralità della natura, fonde la corrente templare (fondata sul culto all’interno dei templi jinja, a loro volta radunati sotto il manto della Chiesa Shintoista) con quella popolare (mai canonizzata e sempre in divenire). Alla fine di questa dialettica intesa in senso hegeliano, la Tesi popolare, rinata nell’Antitesi shintoista, “ritorna in sé” come Sintesi complessa e naturale allo stesso tempo. Che in fondo è lo stile stesso della scrittura di Murakami: profonda e semplice allo stesso tempo...
Kafka sulla spiaggia
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Scelto da IBS per la Libreria ideale per scoprire la narrativa giapponese contemporanea attraverso il suo esponente più impenetrabile, amatissimo in tutto il mondo. Ci stupisce con la sua capacità di combinare la narrativa occidentale con la cultura giapponese, la filosofia greca con la visione claustrofobica di Kafka, il paranormale e la storia, shakerando il tutto per dare vita a un romanzo che molti hanno considerato il suo capolavoro, quello che lo rende degno candidato al Nobel per la Letteratura.
«Ci sono scrittori che restano giovani tutta la vita. Murakami ha quasi raggiunto i sessant'anni e su di lui si può tagliare perfettamente questo abito mentale: la gioventù. Straordinariamente giovane è il suo sguardo, giovani le sue parole (che noi leggiamo nella bella traduzione di Giorgio Amitrano), infantili certe sensazioni irreali, adolescenziali i suoi sogni. Il contenitore di tutto è una mente adulta che mescola la capacità di immaginare con quella di vedere la realtà e che racconta le sue storie con una limpidezza rarissima.»
dalla recensione di Wuz.it
«Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l'andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infinite volte, come una danza sinistra con il dio della morte prima dell'alba. Perché quel vento non è qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te. È qualcosa che hai dentro. Quel vento sei tu. Perciò l'unica cosa che puoi fare è entrarci, in quel vento, camminando dritto, e chiudendo forte gli occhi per non far entrare la sabbia.»
Un ragazzo di quindici anni, maturo e determinato come un adulto, e un vecchio con l'ingenuità e il candore di un bambino, si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo diretti allo stesso luogo, Takamatsu, nel Sud del Giappone. Il ragazzo, che ha scelto come pseudonimo Kafka, è in fuga dal padre, uno scultore geniale e satanico, e dalla sua profezia, che riecheggia quella di Edipo. Il vecchio, Nakata, fugge invece dalla scena di un delitto sconvolgente nel quale è stato coinvolto contro la sua volontà. Abbandonata la sua vita tranquilla e fantastica, fatta di piccole abitudini quotidiane e rallegrata da animate conversazioni con i gatti, dei quali parla e capisce la lingua, parte per il Sud. Nel corso del viaggio, Nakata scopre di essere chiamato a svolgere un compito, anche a prezzo della propria vita. Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, il vecchio e il ragazzo avanzano nella nebbia dell'incomprensibile schivando numerosi ostacoli, ognuno proteso verso un obiettivo che ignora ma che rappresenterà il compimento del proprio destino. Diversi personaggi affiancano i due protagonisti: Hoshino, un giovane camionista di irresistibile simpatia; l'affascinante signora Saeki, ferma nel ricordo di un passato lontano; Òshima, l'androgino custode di una biblioteca; una splendida prostituta che fa sesso citando Hegel; e poi i gatti, che sovente rubano la scena agli umani. E infine Kafka. "Uno spirito solitario che vaga lungo la riva dell'assurdo".
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Edizione:1
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Anno edizione:2013
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Libri Senza Gloria Blog Pop Nerd 15 febbraio 2020
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Fabiana Carta 19 maggio 2018
E'il primo libro libro di Murakami che leggo, immaginate l'impatto con il suo mondo onirico! Chi ha letto tanti suoi libri mi ha confessato: Se avessi iniziato da Kafka sulla spiaggia non avrei continuato a leggere altre sue opere. Un commento che la dice lunga. Se amate l'intreccio classico, non leggetelo. Se non amate la fantasia, il sogno, l'immaginazione, non leggetelo. Se avete voglia di immergervi in qualcosa di diverso, leggetelo. La scrittura è molto scorrevole e lineare. La storia ha principalmente due voci narranti, che si alternano nei capitoli. Questo fatto mi ha un po'infastidito, perché interrompe il flusso narrativo e l'attaccamento al personaggio mentre racconta. In tutta la sua stranezza, alla fine, ci si affeziona ai personaggi.
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"Kafka sulla spiaggia" rappresenta l'out-out di Murakammi: se ti piace, ti piace Murakami, altrimenti no. Io, fortunatamente, faccio parte del primo gruppo. Questo romanzo è infatti così ricco di particolari soprannaturali, fantastici, che leggerlo come se si stesse leggendo un normale romanzo è impossibile. E' inevitabile chiedersi cosa stia succedendo, come si è passati da una realtà all'altra, ma la differenza sta tutta qui: nel decidere di lasciarsi trasportare o fermarsi. Il mio consiglio è quello di andare avanti, perché ad una fine precisa Murakami non arriverà mai, e allora saranno i lettori i veri scrittori.