oland con le sue due storie ci fa vivere due avventure emozionanti. Tuttavia i "segreti" che vengono svelati sul passato di Roland sono veramente pochi, infatti si approfondisce il rapporto che lega il pistolero alla madre e si inquadra meglio il compagno misterioso del cavaliere, più volte richiamato nella saga della Torre Nera, Jamie DeCurry. Consiglio questo libro a chi ha amato la saga della Torre Nera, infatti queste 370 pagine prolungano il tempo passato nel fantastico mondo inventato da Stephen King. Con questo libro King ci riporta nel mondo di Roland e del suo ka-tet. Lo stile narrativo è perfettamente allineato con gli altri della serie e le due storie (incapsulate una nell'altra) si fanno leggere in poche ore.
La leggenda del vento. La torre nera
Quando una tempesta violenta come lo starkblast infuria, solo tre cose possono salvarti: solide pareti, un focolare e una buona storia... Sorpreso dalla tormenta durante il cammino, Roland trova rifugio con i suoi compagni in uno spettrale villaggio abbandonato. Qui aspetta l'alba raccontando due storie, racchiuse l'una nell'altra come scatole cinesi. La prima è un drammatico episodio della sua giovinezza, quando il padre lo mandò a combattere contro un mostro orribile. La seconda è la più bella storia che, in una notte altrettanto infernale, Roland - ancora un ragazzo lui stesso - raccontò a un bambino per tranquillizzarlo: la leggenda del vento, quella con cui la madre lo cullava per farlo addormentare. King rivista la saga culto della Torre Nera con questa digressione, che si situa cronologicamente tra il quarto e il quinto volume, e fa l'en plein.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Anno edizione:2017
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Pietro Citro 24 novembre 2016
Non leggevo Stephen King da tempo e quando ho scoperto che aveva aggiunto un romanzo alla più bella saga fantasy mai scritta non ho potuto fare a meno di rituffarmi a seguire nel loro viaggio il pistolero Roland ed il suo Ka-Tet. Il romanzo in realtà è un racconto del buon Roland sulla sua giovinezza passata e su di un racconto che gli faceva sua madre...Che dire, piacevolmente ho potuto riscontrarre che il re sa ancora cosa vuol dire raccontare, riesce a trasudare nostalgia dalle parole di Roland su quegli anni in cui ancora giovane affrontava le difficoltà di un regno ormai in declino e sa intenerirsi per un bimbo ormai rimasto orfano a cui, in una notte di vento, decide di raccontare una leggenda...la leggenda del vento appunto...che la madre gli narrava quando fuori impazzava la bufera...Preferisco non aggiungere altro ad un libro che va goduto per quel che è, un ritorno a quelle terre che ci hanno accompagnato per tanti anni e tanto ci hanno fatto sognare e soffrire...Lunghi giorni e piacevoli notti a tutti!!