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Questo libro è molto interessante non tanto perché ci fa conoscere gli anni giovanili dell'autore, che pure vengono presentati con colore e calore, ma soprattutto perché ci offre uno spaccato denso e affascinante della vita nei primi anni del Novecento in tutta Europa, dalla periferica Bulgaria, al dinamico Regno Unito, dalla sfavillante Vienna imperiale, alla placida Zurigo del primo dopoguerra. Su tutto e tutti domina la magnifica figura della madre del narratore, donna passionale e ipersensibile, convinta umanista, colta e pacifista, che raccoglie in sé tutti i valori positivi alla base della cultura europea, di ieri e di oggi.
Un Canetti ormai cresciuto ripercorre le vicende di vita che lo hanno portato a diventare se stesso.Sin da principio,fra le schegge lucenti e malinconiche di una infanzia che riaffiora vivida e reale,si delineano quelli che saranno i cardini della formazione adolescenziale di uno dei più grandi scrittori del Novecento:lo sconfinato amore per la letteratura,una sensibilità e un acume senza pari,l'inappagabile necessità di ascoltare e raccontare storie.Egli ripercorre la sua infanzia e adolescenza indissolubilmente legate a 4 città europee,Rustschuk,Vienna, Manchester e Zurigo,con le proprie culture eterogenee e iridescenti,ognuna delle quali darà un apporto tutto particolare alla prematura maturità del ragazzo.Altrettanto fondamentali saranno le uniche e ineffabili figure della madre Mathilde e del padre Jacques, entrambi ebrei di nobile spirito con una forte vocazione artistica e genitori straordinari.Ma Canetti sarà messo a dura prova da una tragedia che porterà lutti infiniti alla famiglia,dopo una maledizione e un accesso di gelosia,che legheranno morbosamente madre e figlio.Proprio ella ammetterà,in un attimo di debolezza,che la propria disgregazione psicofisica altro non riflette se non la dissoluzione dell'impero asburgico e la fine della gloria per la sfavillante Vienna,scrigno dei sogni e della gioventù dei genitori di Canetti e di un pezzo importante nella vita dello scrittore.Alla fine sarà di nuovo la madre a spezzare l'incantesimo zurighese devastando subitamente le solide sicurezze che il giovane Elias si era faticosamente costruito.È la cacciata dal paradiso,il peregrinare deve ricominciare,alla volta della Germania maciullata dalla guerra, cosicché il giovane possa comprendere la vera vita di sofferenza e astrarsi dal mondo favoloso ma finto dell'arte;in quell'istante si frantumerà per sempre il legame che ha cementato due anime per 16 anni. Canetti ha così magistralmente dipinto un capolavoro assoluto,poetico,ieratico,appassionato e onnicomprensivo.
Prima parte dell'autobiografia di Canetti, non delude le aspettative. Colpisce soprattutto l'incredibile capacità di ricordare impressioni ed emozioni vissute molti anni prima, ed una scrittura nitidissima, quasi un guardare attraverso un calice di cristallo. Dal turbolento rapporto con la madre, ai frequenti spostamenti attraverso l'Europa, al rapporto morboso con i libri, tutto viene conservato e contribuisce a costruire l'essere canettiano. Si guarda anzi con un po' di invidia alla precoce iniziazione alla conoscenza dei classici della letteratura e allo studio delle lingue, soprattutto guardando indietro alla propria esperienza personale. Non può infine mancare di suscitare nostalgia lo splendore dell'Europa di inizio Novecento, e lo stesso è a dirsi per quella cultura mitteleuropea troppo presto dimenticata.
Recensioni
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La Lingua salvata è la storia dell’infanzia del Premio Nobel Elias Canetti. Una giovinezza tragica ed esaltante, passata in continue peregrinazioni nell’Europa di inizio Novecento.
Il primo volume della biografia di Elias Canetti fa perno sulla tematica della lingua non solo come idioma, ma soprattutto come questione di identità, problema particolarmente sentito per un ebreo sefardita, di origini spagnole, nato in Bulgaria. All’età di sette anni Canetti parlava 3 lingue: lo spagnolo delle sue origini familiari, l’inglese idioma simbolo della libertà e il tedesco, considerato dall’autore sua lingua madre.
La Lingua salvata è una lucidissima rievocazione dell’infanzia di Canetti, della struggente perdita del padre, del complicato rapporto con la madre e dell’incontro con la letteratura che, in questi primi anni, inizia già a plasmare la sensibilità del Premio Nobel. L’Europa di inizio secolo è una delle principali protagoniste della vicenda. Una terra all’apice dello splendore, aperta e cosmopolita, che cambia radicalmente volto con la tragedia della Prima Guerra Mondiale.
Recensione di Samuele Rossi
A cura del Master Professione editoria cartacea e digitale
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