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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2007
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Questo é il secondo romanzo di Faulkner che leggo e sebbene mi sia costato più fatica dell’altro mi é piaciuto altrettanto. Le atmosfere sono le solite a cui ci ha abituato l autore, polverose, indistinte quasi illimitate. Questa é una storia di persone povere, é una storia di viaggio dentro e fuori di noi ,un viaggio di sentimenti e di speranza, un viaggio nelle polvere del tempo. Il flusso di coscienza ti obbliga ad ascoltare con le orecchie ma soprattutto col cuore. É un viaggio nel tradimento dell’ uomo sotto ogni punto di vista, verso se stesso, gli altri, l' amore, l ideale ma é anche un invito alla speranza, alla ricerca di quella luce che non muore al calare del sole.
La scrittura di Faulkner, densa e ruvida, asciutta, senza fronzoli stilistici, spesso con un linguaggio non strutturato denota una grande chiarezza e lucidità di vedute. Bastano allo scrittore pochi tratti per delineare un personaggio o un paesaggio , ma poi questi tratti sono strutturati in modo da tale da suggerire al lettore un quadro d’insieme in cui storie e voci si rincorrono e si sovrappongono dando origine ad un mondo dove convivono tragedia e commedia, verità e menzogna, passato e presente. Anzi a volte il passato si sovrappone al presente scompigliando tutte le carte!! Ci sono pochi personaggi semplici, direi che la maggior parte sono complessi, quasi un crogiolo di dubbi, speranza, paure, rabbia, certezze e cattiveria. Forse l’unico personaggio positivo, quasi il simbolo stesso della forza della vita è Lena che riesce perfino ad attrarre a sé quel Byron Brunch, che aveva dedicato tutto il suo tempo a fuggire la vita!! Non lo è Johanna, che vuole assumere su di sé i sensi di colpa dei bianchi verso i neri, non lo è assolutamente Lucas, l’incarnazione della vigliaccheria e della presunzione pura, né il reverendo Hightower, che di fronte ad una vita ingrata e sempre in salita si aggrappa alla memoria della morte del nonno, unico dato puro e positivo, tanto da confondersi con esso. Ma soprattutto non lo è Christmas, sul quale incombe già all’inizio del libro un fato quasi inesorabile. Avrebbe potuto salvarsi? Forse no! Faulkner ci descrive un Christmas quasi a 360° con tutti i suoi dubbi, le sue paure, la sua rabbia, un uomo che fugge dal suo passato, da se stesso, dalla sua condanna, dal suo sangue ma con una rassegnazione così irosa e testarda, sulla quale non ci possono essere spiegazioni!!! Forse una grande pietà!!
Siamo ancora una volta nella contea di Yoknapatawpha l'immaginario territorio del Sud dove l’autore ambienta molti dei suoi libri, ricreata sulla base di quella da cui proviene Faulkner: Lafayette, in Mississippi. Il libro va raccontando una vicenda utilizzando l'intreccio di storie di vari personaggi, si ha la storia della ragazza in cinta partita dall'Alabama a piedi per raggiungere l'uomo che l'ha messa incinta che adesso si dice lavori in Mississipi, quella di un uomo che ha abbandonato la vita "mondana" per una vita fatta di lavoro e religione, quella di un reverendo caduto in disgrazia, quella del mezzo "negro" Joe Christmas, forse il personaggio principale del romanzo e di altri personaggi minori. E' una trama scorrevole, che accelera subito e verso la fine, si parla di un incendio, un omicidio, un linciaggio e una nascita, del passato che ritorna presente e del futuro che incerto non riesce ad essere mai nitido. I personaggi sono molto ben strutturati, secondo la tradizione Faulkneriana hanno un ruolo fondamentale nel narrare le vicende, e come sempre non sembra mai esserci un personaggio positivo o uno completamente negativo e comunque ingiustificabilmente buono/cattivo. Se fosse solo per questo il libro sarebbe già magnifico, come sempre, ma ancora una volta, per l'ennesima volta, Faulkner non si accontenta e decide di dare una lezione di "cinematografia" mettendo in un'opera scritta un perfetto esempio di montaggio appunto cinematografico. I capitoli, le vicende sembrerebbero messi a caso, ma in realtà il "montaggio" del "regista" aggiunge un taglio completamente diverso ad una trama che se narrata in modo lineare sarebbe stata ottima ma troppo semplice e l'autore di "sperimentazioni" come "l'urlo e il furore" ma soprattutto "mentre morivo" ci mostra come cambiando l'ordine dei fattori il risultato cambia, eccome se cambia! il risultato appunto è un intreccio che perde la linearità per guadagnare nell'introspezione dei personaggi protagonisti delle varie vicende, che spiega più accuratamente e psicologicamente a volte l'agire e le scelte prese per azioni avvenute uno o due capitoli prima. Sarebbe stato curioso anche leggere il romanzo mettendo in "ordine" i capitoli, come se si susseguissero naturalmente. Un altro libro consigliatissimo per chi vuole immergersi nell'atmosfera del sud rurale degli stati uniti, a cavallo fra le due guerre, in quello che è il contesto naturale di un maestro assoluto della letteratura mondiale di tutti i tempi, a mio avviso un autore imprescindibile.
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