Maigret e l'informatore - Georges Simenon - copertina
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Letteratura: Belgio
Maigret e l'informatore
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Descrizione


Al funerale di Maurice Marcia, anziano proprietario di un noto ristorante di rue Fontaine ("un funerale coi fiocchi!" commentano i curiosi che vi assistono), partecipa, in grande spolvero, la "crème de la crème" della malavita parigina, dai boss ai giovani che si stanno facendo strada, dai magnaccia ai tenutari di case di appuntamento. In prima fila, sola e altera, la vedova: trent'anni, un corpo da mannequin, impenetrabili occhi azzurri. Una che non esita a giocare sporco, e che per Maigret sarà un osso duro. Il commissario non ci ha messo molto a intuire che la bella Line non è affatto estranea alla morte del marito, e grazie al misterioso informatore che continua a telefonare all'ispettore Louis (uno che conosce il quartiere come le sue tasche) apprenderà pure che, la notte in cui è stato trovato il cadavere di Marcia, lei era insieme al suo amante, il maggiore dei due fratelli Mori, sospettati di appartenere a una banda che svaligia le ville e i castelli nei dintorni di Parigi. Ma non sarà facile trovare il bandolo della matassa. Tanto più che alla fine, quando avrà riunito nel suo ufficio protagonisti, comprimari e comparse dell'intricata faccenda, Line e il suo amante continueranno ad accusarsi a vicenda. E non smetteranno neanche davanti ai giudici.

Dettagli

Tascabile
14 marzo 2012
154 p., Brossura
9788845926686

Valutazioni e recensioni

  • Renzo Montagnoli

    Ho notato che quando Maigret ha a che fare con la malavita perde molto del suo smalto, perché è come se Simenon dimenticasse la sua caratteristica di essere un acuto analizzatore della psiche umana. E’ indubbio che l’autore belga dia il meglio di se stesso quando le sue storie avvengono in provincia, in località che presentano tutte le caratteristiche di un mondo chiuso. Anche Maigret e l’informatore non sfugge alla statistica e ne esce un poliziesco che presenta anche il difetto di far conoscere anzitempo al lettore il nome dell’assassino e pertanto l’indagine si estrinseca esclusivamente nella ricerca delle prove per incastrarlo, ricerca invero un po’ faraginosa e non del tutto supportata dalla logica. Inoltre i gangster sono i malavitosi che ben conosciamo e che sembrano prodotti di una unica fattrice e, come se non bastasse, è presente il classico triangolo amoroso, alla base di tanti delitti, fra in quali anche questo. In buona sostanza Simenon nel romanzo privilegia l’intreccio, tuttavia un po’ debole, e si dimentica di tutte quelle caratteristiche che hanno fatto di lui quel grande scrittore a tutti ben noto. Per esempio c’è la ricerca di un individuo che si sviluppa a Parigi fino a Montmartre e questa sarebbe stata l’occasione per descrivere il quartiere degli artisti non come da cartolina, ma l’occasione non è stata colta; sì, Maigret si agita, si muove, in auto e addirittura in aereo, ma è un protagonista sotto tono, un commissario quasi anonimo, senza quei guizzi di umanità che così spesso lo contraddistinguono. Il libro si legge, certo, ma la delusione non è poca e così anche questo viene cassato fra quelli non riusciti di Simenon, pochi per fortuna in verità.

  • MARIO GUIDICI

    non da meno degli altri

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