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Un romanzo sul potere delle storie, dell'immaginazione e dell'amore, pieno di incanto verso i libri.
«Un romanzo nel quale ci s'imbatte in personaggi e situazioni straordinarie» - Ermanno Paccagnini, La Lettura
«Domenico Dara è al suo terzo romanzo e dimostra oltre a fantasia e sapienza di intrecci narrativi, anche una forte carica introspettiva, una capacità grande di scavare nelle piccole vicende umane fino a trasformarli in eventi degni di nota» - Giusto Truglia, Famiglia Cristiana
«Mi sembrò per un attimo che ogni cosa nel mondo, anche i pensieri, anche i sentimenti, anche i morti avessero la loro giusta collocazione nell'universo. anche io, Astolfo Malinverno, l'unico bibliotecario guardiano di cimitero che l'umanità abbia mai avuto.»
Ci sono paesi in cui i libri sono nell'aria, le parole dei romanzi e delle poesie appartengono a tutti e i nomi dei nuovi nati suggeriscono sogni e promesse. Timpamara è un paese così, almeno da quando, tanti anni fa, vi si è installata la più antica cartiera calabrese, a cui si è aggiunto poco dopo il maceratoio. E di Timpamara Astolfo Malinverno è il bibliotecario: oltre ai normali impegni del suo ruolo, di tanto in tanto passa dal macero, al ritmo della sua zoppia, per recuperare i libri che possono tornare in circolazione. Finché un giorno il messo comunale gli annuncia che gli è stato affidato un nuovo, ulteriore impiego: alla mattina sarà guardiano del cimitero e al pomeriggio starà alla biblioteca. Ad Astolfo, che oltre a essere un appassionato lettore possiede una vivida immaginazione, bastano pochi giorni al cimitero per essere catturato dalla foto di una donna posta su una lapide. Non c'è altro; nessun nome e cognome, nessuna data di nascita e morte. Col tempo Astolfo è colto da un quasi innamoramento e si trova a inseguire il filo del mistero racchiuso in quel volto muto. Attorno a lui si muovono i lettori della biblioteca, gli abitanti di Timpamara e i visitatori del cimitero, estinti e in carne e ossa, con le loro storie comiche, tenere, struggenti – dal "resuscitato" alla ragazza rimasta vedova alla vigilia delle nozze, che tinge l'abito nuziale di nero e chiede ad Astolfo di unire lei e il trapassato in matrimonio.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Lo consiglio vivamente
Malinverno, sulla scia dei due precedenti capolavori di Domenico Dara, fa posizionare lo scrittore nell'olimpo degli autori del c.d. realismo magico, e lo posiziona a mio parere a fianco dei più grandi autori sudamericani; potremmo dire che con Domenico Dara l'Italia ha il suo Marquez o la sua Allende e si può pensare a Girifalco come alla Macondo nostrana.
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