L’autore racconta in modo coinvolgente la sua infanzia felice in Sierra Leone prima dell’arrivo della guerra civile che lo trasformerà in un soldato bambino rubandogli l’adolescenza e l’innocenza. Lui è stato fortunato perché si è salvato ed è riuscito a ricostruirsi un’esistenza negli Stati Uniti, ma è terribile quello che è stato fatto a questi bambini: non solo hanno dovuto assistere alle morti dei propri familiari e alle violenze più efferate, ma hanno dovuto scappare nella foresta per cercare di sopravvivere. Poi, catturati o dai ribelli o dall’esercito regolare, sono stati trasformati in macchine da guerra con l’incitazione all’odio e con le droghe. Il bambino perde la sua umanità e sarà difficilissimo ricostruire la sua personalità nei centri di riabilitazione. Sono stata molto colpita dal fatto che gli educatori cercano continuamente di far capire ai bambini che non è stata colpa loro se hanno ucciso, brutalizzato persone, bruciato incendi etc, ma che sono anche loro vittime della violenza e di una guerra insensata. Il percorso di riabilitazione è durissimo (l’autore racconta come la frase “non è colpa tua” ripetuta come un mantra dagli educatori e dalle infermieri risultava insopportabili a tutti i ragazzini il cui unico desiderio era riavere le loro armi), ma qualcuno può farcela e può ricominciare a vivere. Il libro è scritto molto bene, le descrizioni dei posti sono efficaci e l’autore ti fa entrare nella mente di un adolescente traumatizzato costretto a brutalizzare le persone invece di vivere, come sarebbe suo diritto, l’adolescenza con i tipici problemi familiari, scolastici o di rapporti con gli altri.
Memorie di un soldato bambino
Il 1993 è appena iniziato in Sierra Leone e a Mogbwemo, il piccolo villaggio in cui vive il dodicenne Ishmael, la guerra tra i ribelli e l'esercito regolare, che insanguina la zona del paese più ricca di miniere di diamante, sembra appartenere a una nazione lontana e sconosciuta. Di tanto in tanto nel villaggio giungono dei profughi che narrano di parenti uccisi e case bruciate. Ma per Ishmael, suo fratello Junior e gli amici Talloi e Mohamed, quei profughi esagerano sicuramente. L'immaginazione dei ragazzi è catturata da una cosa sola: la musica rap. Affascinati dalla "parlata veloce" di un gruppo americano visto in televisione, i ragazzi hanno fondato una band e se ne vanno in giro a esibirsi nei villaggi vicini. Un giorno, però, in cui sono in uno di questi villaggi, li raggiunge la terribile notizia: i ribelli hanno attaccato e distrutto Mogbwemo. Ishmael non vedrà più casa sua e i suoi genitori. Perderà Junior. Fuggirà nella foresta, dormirà di notte sugli alberi, sarà catturato dall'esercito governativo, imbottito di droga, educato all'orrore, all'omicidio, alla devastazione. Il suo migliore amico non sarà piú il tredicenne Talloi ma l'AK-47 e la sua musica non più l'hip-hop ma quella del suo fucile automatico. Una testimonianza indimenticabile dal cuore dell'Africa, dove milioni di bambini muoiono di malattie curabili in Occidente e centinaia di migliaia sono mutilati o cadono in guerra.
-
Autore:
-
Traduttore:
-
Editore:
-
Collana:
-
Anno edizione:2019
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
-
-
Ho finito di leggerlo ieri. Tutto come mi aspettavo: bello, vero e quindi coinvolgente. La storia è struggente e drammatica perchè così oramai è la condizione di troppi paesi africani. Un libro che fa riflettere perchè ci fa vedere attraverso gli del protagonista che ha vissuto e conosciuto a fondo l'orrore della guerra in un'età in cui avrebbe dovuto giocare ed innamorarsi.
-
Rita Giordano 13 novembre 2010
Questo libro mi ha preso molto emotivamente, ma i suoi effetti non si vedevano mentre lo leggevo, ma qualche ora dopo che avevo smesso, mi pervadeva una tristezza e una rabbia per quello che sono costretti a vivere i ragazzini della Sierra Leone e tutta la popolazione in generale in guerra. La guerra è un brutto affare, si sa, ma quando a prendere un'arma è un ragazzino è decisamente peggio. Ishmael racconta la sua storia che comincia con quella di un ragazzino amante della musica rap e finisce con quella di un uomo che fino alla fine è costretto a cavaserla da solo, dopo essere stato per due anni un soldato, avido di violenza, droghe e film di guerra e da questi dipendente quando è stato accolto da un centro di riabilitazione Unicef. Storia bellissima che scuote tutti noi, abituati a vivere lontano da tutto questo...come diceva Levi "Voi che vivete nelle vostre tiepide case...immaginate se questo è un uomo".