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Questo disco fece perdere ai Metallica moltissimi dei loro fan che li considerarono dei 'traditori' del genere con cui avevano cominciato, il thrash metal. Ma solo degli ignoranti troppo fissati sugli stereotipi di un genere possono non comprendere che i Metallica sono stati, e sono ancora, una band che in primo luogo è rimasta fedele a sé stessa, e non alle aspettative dei loro fan o alle logiche del mercato. Hanno voluto e saputo reinventarsi e anche sperimentare, hanno avuto il coraggio di tagliarsi i capelli e andare avanti nonostante la tragica scomparsa del loro bassista originale. E tutto ciò sempre in nome dell'unica cosa che conta: la musica. Grandi Metallica, rock on...!
Entrando nel dettaglio la prima cosa che si nota è la mano pesante di Bob Rock in sede di produzione, sia sulle composizioni che sul modo di eseguirle, specialmente nel cantato di James, che presenta una modulazione vocale più controllata e studiata, sicuramente meno aggressiva, ma più professionale (?), e negli svisi di Kirk, meno strutturati di un tempo. Ad aprire le danze è Enter Sandman, il cui riff si stampa subito in testa specialmente per merito dell’intro in crescendo, ed il cui testo è tratto da un fumetto dark a sua volta tratto da una favola. Sad But True si mantiene su livelli elevati, con una commistione ipnotica tra musica e testo; Holier Than Thou imprime una forte accelerazione, buona, ma non quanto quelle vecchie. The Unforgiven è divenuta una hit, le cui atmosfere Morriconiane sono conosciute da tutti, una ballad di qualità supportata da un eccellente video; Wherever I May Roam si regge su atmosfere arabeggianti e ci riconsegna un Hammett finalmente incisivo come lo ricordavamo; Don't Tread On Me è una marcia da molti scambiata per un inno alla guerra, ma a torto; Through the Never è veloce e semplice; Nothing Else Matters fece storcere il naso a molti, ma per me è solo un ottimo pezzo, anche se poco Metallica nella sua dolcezza. Of Wolf and Man passò quasi inosservato, ma credo sia una delle vette dell’album; anche qui buono il testo e l’amalgama strumentale; The God That Failed e My Friend of Misery sono di alto livello, con lyrics che mostrano James alle prese con i suoi fantasmi e musica ben strutturata nella sua semplicità; The Struggle Within serve per chiudere come ai vecchi tempi.
Recensioni
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