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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2012
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«Era steso sul dorso, duro come una corazza... "Cosa mi è successo?" pensò. Non era un sogno.»
Gregor Samsa, commesso viaggiatore, si sveglia un mattino dopo sogni inquieti e si ritrova trasformato in un enorme insetto. La speranza di recuperare la condizione perduta, i tentativi di adattarsi al nuovo stato, i comportamenti famigliari e sociali, l'oppressione della situazione, lo svanire del tempo sono gli ingredienti con i quali l'autore elabora la trama dell'uomo contemporaneo, un essere condannato al silenzio, alla solitudine e all'insignificanza. Perché, come scrive Luigi Forte: «Dietro l'icona dell'insetto si nasconde l'abnegazione del figlio disposto a sacrificarsi, ma soprattutto la sua implacabile denuncia: essere costretto a denigrarsi, rimpicciolirsi, scomparire di fronte al potere illimitato».
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Questa è la prima volta che mi avvicino a Franz Kafka e posso già dirvi che ne sono rimasta colpita, annientata e me ne sono totalmente innamorata. Il racconto parla della "trasformazione" di un ragazzo in un scarafaggio e di come questo cambiamento inciderà nella sua vita e nella vita della sua famiglia. La nuova veste di Gregor metterà totalmente in crisi la routine della sorella e dei genitori, ricevendo da loro, un trattamento di disprezzo, paura e abbandono. L'unica figura che all'inizio tenterà di avvicinarsi è la sorella ma solo nei momenti in cui il fratello è nascosto. La sensazione di come la "diversità" viene affrontata è spiazzante. Dall'inizio alla fine proverete dolore verso Gregor e vi chiederete dove Kafka vuole condurvi in questa storia, poi verso la fine avrete abbastanza chiaro il significato che si nasconde nonostante non sia un racconto di semplice comprensione avvicinandosi molto alla vita dell'autore. Non avrei pensato di apprezzarlo così tanto nonostante sia rimasta molto perplessa a lettura terminata ma sono questi i libri che poi ti cambiano. Sono letture che hanno bisogno di tempo per consolidarsi in noi per far capire la loro bellezza. Un racconto angosciante e grottesco, in cui ritroviamo le difficoltà che Kafka stesso aveva con la figura del padre. Lo consiglio a chi si sente pronto per leggerlo e ha una predisposizione a questo genere. Mi rendo conto che non può piacere a tutti, personalmente lo considero una perla.
Il libro a prima vista sembra una storia assurda di un giovane uomo che si trasforma in un enorme scarafaggio. Le domande sorgono spontanee: perché? Che senso ha? Facendo attenzione ai dettagli, si nota che il breve romanzo di Kafka non è per nulla assurdo bensì rappresenta l’inettitudine, la paura di cambiare, il sentirsi inadeguati in mondo dove vengono accettate solo alcune persone o solo alcuni tipi di persone, sentirsi respinti persino dalle persone più care perché diversi. Un tema sicuramente attuale che rispecchia la società di oggi così come quella ai tempi di Kafka.
Questo titolo, così come l’autore, costituisce una pietra miliare della letteratura, che mi permetterei ormai di definire moderna. A una prima lettura veloce e non attenta può non piacere e in qual senso anche evocare una sorta di “rigetto” (a chi potrebbe mai piacere una persona tramutata in uno scarafaggio?), ma è proprio questo l’intento dell’autore: rendere evidente come il nostro rigetto sia lo stesso della società e della famiglia nei confronti di quelle persone “diverse” e incapaci di adattarsi. Cosa che appare, in maniera lampante, a seguito di un’analisi più approfondita del libro. Al termine di questa seconda lettura ci si scopre essere stati complici di assassini, “anti-insetto” per eccellenza. Un libro profondo, non adatto a deboli di cuore, complesso e comprensibile solo per chi conosca la biografia dell’autore; in ogni caso, consigliato.
Recensioni
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