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Anno edizione: 1998
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Secondo libro letto in quarantena. Devo dire che l'ho scelto per la brevità. Delitto e Castigo mi sta portando via troppo tempo e lo alterno con altri libri che poi finisco prima. Che dire, sicuramente è particolare. Forse per l'epoca. Ma onestamente mi ha messo angoscia. Non lo suggerirei.
" Una mattina Gregor Samsa, destandosi da sogni inquieti, si trovò mutato in un insetto mostruoso" così inizia " La metamorfosi di Kafka" , con uno degli incipit più famosi della letteratura. Il commesso viaggiatore Gregor Samsa si ritrova trasformato in uno scarafaggio, non sappiamo e non verrà mai svelato il motivo. Ma il protagonista non si preoccupa di questa situazione, lui si preoccupa soltanto del fatto che arriverà tardi al lavoro e che metterà in imbarazzo la sua famiglia! Per tutta la durata del racconto il suo aspetto non lo preoccupa mai personalmente, ma solo se riflesso negli occhi dei suoi familiari, è un problema solo perché sente di deluderli e di metterli in una situazione difficile ed imbarazzante. Gregor rimarrà solo e abbandonato da tutti a causa del suo aspetto. Un racconto sul male di vivere moderno, sull' alienazione, un racconto profondamente angosciante che riesce a guardarti dentro. Da leggere almeno una volta nella vita!
Un libro di stile e trama semplici, il cui messaggio, però, non mi è stato chiaro fin da subito. Avevo colto l’intenzione di utilizzare la metamorfosi del protagonista come metafora, ma cosa voleva dirmi davvero l'autore? Kafka vuole rappresentare l’uomo del suo tempo: talmente sottomesso alla famiglia e al datore di lavoro da mutare in un succube insetto anziché reagire. Certo il finale della vicenda mi ha spiazzata, e all’inizio amareggiata, ma è geniale: il protagonista sceglie l’unica via che può portarlo alla libertà.
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