Si può fare una recensione su un libro che non dice niente? A un quarto di libro già odiavo Nagel, girovago che si ferma in un paesino sperduto, e tutti i giri, fisici e mentali, che fa. Sono Nagel, ho soldi da buttare, forse voglio suicidarmi, ma aspetta prima mi innamoro di una sciaquetta, ah aspetta prima faccio il buon samaritano, ah aspetta non riesco a suicidarmi, oh che bello sono morto! Siii che bello sei morto! Se non ti faceva morire Hamsun, lo facevo io! Se l'obiettivo di Hamsun era quello di lasciar interdetto il lettore, bravo ci è riuscito; se l'obiettivo era quello di far leggere anche altri suoi libri, bravo non ci sei riuscito. Ero ispirata da "Pan" e da "Sognatori" ma li ho appena tolti dalla lista! Poi scopro pure che è stato un filonazista e goodbye!
Misteri
Con un eccentrico abito giallo, un astuccio di violino e una boccetta di veleno nel panciotto Johan Nagel compare all’improvviso in una cittadina della costa norvegese. Impossibile capire chi sia veramente questo misterioso sconosciuto, seducente affabulatore, ribelle e cinico, brutale e ultrasensibile. Un uomo che vive di sole emozioni e fantasie contro lo svilente buonsenso, che deride la scienza, il progresso e ogni «professionista della ragione» di fronte all’ineffabile fluire dell’esistenza, che alla retorica dell’impegno e della virtù oppone la libertà dell’istinto e un’umana cialtroneria, sconvolgendo la piccola comunità «per bene» che non riesce ad assimilarlo. Ma è del fiore più ambito di quel fasullo mondo borghese che Nagel s’innamora perdutamente quando incontra Dagny, candida fanciulla con gli occhi azzurri e una lunga treccia d’oro, che è per lui «neve purissima e spessa come seta», espressione di una pienezza e serenità da cui l’uomo tutto passioni e nervi è inesorabilmente tagliato fuori. Scritto nel 1892 e considerato tra i primi capolavori di Hamsun, Misteri è il romanzo romantico di un amore ossessivo e impossibile, ma anche una storia di perdizione dentro se stessi, un viaggio nietzschiano tra le pulsioni inconciliabili della natura umana. Anticipatore di quei sotterranei dell’io che porteranno a Joyce e Freud, Nagel rimane l’irriducibile anarchico dell’anima, la voce provocatrice dello spirito libero contro la moderna «saggezza da quattro soldi», perché «quale profitto c’è, in fondo, a spogliare la vita di ogni poesia, sogno e menzogna? Qual è la Verità, lei la conosce?»
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Testo in Italiano
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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MARILENA CAPPIELLO 10 maggio 2018
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Giuseppina Della Corte 18 dicembre 2017
Lo stile è simile a quello di Kafka e la trama ricorda vagamente "Il castello", anche se in realtà Hamsun è antecedente a Kafka e dunque è quest'ultimo che ha tratto ispirazione. L'alunno supererà il maestro... A parte questo non ho niente da dire sul libro, non ha difetti.
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ANDREA TOSCHI 16 maggio 2016
Dopo avere letto questa e un altro paio di cose di Hamsun, mi sono chiesto come mai sia abbastanza misconosciuto in Italia, o per lo meno come a scuola nessuno me ne abbia parlato. Certamente in un insieme d’autori che si volessero prendere come esempio, di cantori “della crisi dell’uomo di inizio novecento”, non potrebbe mancare. A meno che non influisca il suo ipotetico collaborazionismo, durante l’occupazione nazista della Norvegia, per il quale nel dopoguerra subì processo e internamento psichiatrico. Sempre per fare arbitrari paralleli tra biografia di scrittori e loro opere, il protagonista di “Misteri” Nagel condivide forse qualche tratto di follia e genialità, con il suo creatore. In ogni caso possiede doti di lettura delle altre persone, e a volte gesti di modestia e generosità, estremi. Ma è capace di essere assolutamente incoerente e destabilizzante, anche aggressivo e distruttivo nei confronti del prossimo, e in particolare di se stesso. E’ una personalità lacerata, tra la continua ricerca di tenerezza assoluta e comportamento istintuale senza mediazioni. Quello che dice è spesso un misto di sincerità trasparente, a volte disturbante, e invenzione sperticata. Perché non voglia essere preso seriamente, anche quando più conta e potrebbe portarlo a realizzare i suoi desideri, forse è un’ultima difesa di interiorità attuata in forma e momenti sbagliati. Spesso il suo agire sembra una sorta di rifiuto programmatico della “logica”, della banale applicazione di razionalità. Forse c’è qualcosa del suo passato che lo tormenta, ma più probabilmente non è capace di proiettarsi in un qualsiasi futuro. Dagny è attratta quanto inorridita dal suo interesse, e da lui. Per ribadire quanto i momenti della vita possano intrecciarsi con la lettura di determinati libri: posso solo dire che questo romanzo mi ha aiutato a capire come una certa ragazza poteva in parte vedermi, e come forse mi mostravo, per qualche problema di instabilità di quel periodo (ma anche solo per apparire più interessante o “coraggioso”). Tipo “sanguinando sincerità”, ma in un certo senso recitandola: comunque mi sono poi convinto che lei sarebbe andata avanti ugualmente per la sua strada, “borghese” o quel che fosse, anche se mi si fossero prosciugate le vene. Aveva ragione lei ovviamente.
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