Il mondo sommerso

Piu' che un romanzo vero e proprio, personalmente mi e' sembrato un abilissimo esercizio di stile: le atmosfere oniriche e visionarie (che personalmente mi ricordano molto "Cuore di tenebra" di Joseph Conrad...) vengono ricreate con estrema perizia e dovizia di particolari, cosi' come l'atmosfera stantia e opprimente di una Londra post apocalittica. All'ambientazione cosi' sapientemente e minuziosamente descritta fa pero' da contrappasso una trama appena abbozzata, un intreccio narrativo a mio avviso del tutto inconsistente e assolutamente lacunoso. Per non parlare poi dei personaggi: la loro caratterizzazione e' ridotta all'osso: poco o nulla si sa di loro, del loro passato o dei motivi che li spingono a compiere determinate scelte o azioni nel corso del romanzo. Si continua la lettura nella speranza che l'autore prima o poi ci riveli qualcosa ma nulla: tutto viene lasciato in sospeso, niente viene mai realmente rivelato. Chi si aspetta un colpo di scena, un'illuminazione, verra' puntualmente deluso. Tutto rimane affidato alla libera interpretazione del lettore. Ne consegue una lettura pesante, macchinosa, poco coinvolgente e spesso noiosa: davvero si fatica a capire dove l'autore voglia andare a parare.

Non amo tanto questo scrittore, perchè trovo la sua scrittura a volte troppo pedante, e quindi rischio di dormire, ma questo libro per il suo racconto molto attuale, (è un romanzo del 60) mi ha terrorizzato e scombussolato. Un mondo lo scioglimento dei poli, l'aumento delle temperature e le piogge tropicali l'hanno trasformato in una laguna. In questo mondo giurassico i protagonisti però sembrano accettare la loro situazione, e gli antagonisti una volta tanto che non cercano di sfruttare la situazione perchè desiderano tornare alla vita precedente.

Secondo capitolo della "Tetralogia degli Elementi", il libro racconta delle catastrofiche conseguenze allo scioglimento dei ghiacci polari. Pur iniziando nella migliore delle tradizioni fantascientifiche, con spiegazioni verosimili e plausibili (oltre che attuali), nel dipanarsi della narrazione lo stile e la poetica dell'autore prendono il sopravvento: Ballard non è interessato a descrivere condizioni geografiche, politiche o sociali, bensì a documentare “lo spazio interno” dell’uomo, nella sua co-evoluzione con l’ambiente; da qui, il ritorno da un clima del Triassico, con iguane giganti ed enormi insetti, è legato coerentemente al regresso dei protagonisti ad ancestrali fasi primordiali della vita animale.