Oltre a rappresentare l’album del ritorno dei Radiohead, A Moon Shaped Pool, riannoda i fili col passato. Ci sono agganci con la trascendenza di “Amnesiac”, la grazia negli arrangiamenti di “In Rainbows”, il vuoto interiore di “The King of Limbs”. In questo album però l’elettronica non è più padrona assoluta ma è al servizio dell’opera per esaltare i contenuti musicali.
A Moon Shaped Pool
«Le forze che hanno portato i Radiohead a un disco sorprendente sono proprio queste tre: un sapore di tristezza per un amore ormai irrimediabilmente perduto, assieme alla rabbia politica e al fervore ambientalista. I Radiohead sono stati capaci di portare la forma-canzone in una nuova dimensione, dove non c’è confine tra passato e futuro, tra tradizione e sperimentazione, tra pop/rock e musica contemporanea tout-court.» – Rockol.it«Radiohead, il primo ascolto di A moon shaped pool: un capolavoro Il grande ritorno della band che non assomiglia a nessuno. Tranne a se stessa […]. Nelle undici tracce del disco ci sono tutte le multiformi facce di una band che è diventata un sound, qualcosa di molto affascinante che prescinde dai generi e dagli stereotipi.» – Panorama.it«Atmosferico, crepuscolare, sofisticato ma denso di “musica suonata” e di sentimento vissuto. Incredibile come il loro nono colpo in canna sia riuscito, ancora una volta, a far centro.» – IlFattoQuotidiano.itEcco il successore di The King of Limbs, A Moon Shaped Pool è il nono disco della loro storia e come sempre è stato prodotto da Nigel Godrich.
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Artisti:
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Supporto:CD Audio
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Numero supporti:1
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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SALVATORE PARISI 03 marzo 2017
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il nuovo album dei Radiohead è bellissimo. E nonostante molte canzoni non siano frutto di recente lavoro e siano già state eseguite dal vivo nell’arco della loro carriera (quattro, per l’esattezza, e di Burn The Witch si sa che il testo risale al 2005), resta un disco molto ispirato. è una recensione a caldo. L’ho ascoltato una quindicina di volte, ma so che svelerà il suo vero volto solo nel tempo, la centesima volta che schiaccerò play.
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STEFANO VERATTI 28 novembre 2016
Se In Rainbows era la distillazione nella forma-canzone dei loro anni più sperimentali, A Moon Shaped Pool è accessibile e levigato ma sembra fluttuare in una zona senza tempo né spazio, in una confortevole malinconia. E infatti abbondano gli archi e le orchestrazioni, che un gusto ed una sapienza tecnica di altissimo livello permettono di mischiarsi armoniosamente con un'elettronica soffusa, senza spigoli; un neoclassicismo che si sposa a inaspettate aperture folk-rock. Forse più Johnny Greenwood che Thom Yorke, e non è un male.
Disco 1
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