Questo libro è autobiografico. Ho trovato particolarmente toccante la scoperta dell’autrice della malattia del figlio affetto da sclerosi multipla. Il volo di un piccione riporta la scrittrice alla realtà: nessun essere umano può volare come suo figlio non potrà mai più camminare. Ho trovato profonda l’accettazione della malattia del figlio che comunque affronta la vita con coraggio e il fatto che la disabilità viene guardata con rispetto in questo libro. Il libro è ben scritto, si legge velocemente, fa riflettere molto.
Nessuno può volare
Quando si nasce in una famiglia come quella di Simonetta Agnello Hornby, si cresce con la consapevolezza che si è tutti normali, ma diversi, ognuno con le proprie caratteristiche, talvolta un po' "strane". E allora con naturalezza "di un cieco si diceva 'non vede bene', del claudicante 'fa fatica a camminare', dell'obeso 'è pesante', dell'invalido 'gli manca una gamba', dello sciocco 'a volte non capisce', del sordo 'con lui bisogna parlare ad alta voce'", senza mai pensare che si trattasse di difetti o menomazioni. Attraverso una serie di ritratti sapidi e affettuosi, facciamo così la conoscenza di Nini, sordomuta, della bambinaia Giuliana, zoppa, del padre con una gamba malata, e della pizzuta zia Rosina, cleptomane - quando l'argenteria scompare dalla tavola, i parenti le si avvicinano di soppiatto per sfilarle le posate dalle tasche, piano piano, senza che se ne accorga, perché non si deve imbarazzare. E poi naturalmente conosciamo George, il figlio maggiore di Simonetta. Non è facile accettare la malattia di un figlio, eppure è possibile, e la chiave di volta risiede proprio in quel "nessuno può volare": "Come noi non possiamo volare, così George non avrebbe più potuto camminare: questo non gli avrebbe impedito di godersi la vita in altri modi. Nella vita c'è di più del volare, e forse anche del camminare. Lo avremmo trovato, quel di più". Lo stesso proposito quotidiano ci arriva anche da George - che da quindici anni convive con la sclerosi multipla -, la cui voce si alterna a quella della madre come un controcanto ironico ma deciso nel raccontare i tanti ostacoli, e forse qualche vantaggio, di chi si muove in carrozzella. Simonetta Agnello Hornby ci porta con sé in un viaggio dalla Sicilia ai parchi di Londra, attraverso le bellezze artistiche dell'Italia. Un viaggio che è anche - soprattutto - un volo al di sopra di pregiudizi e luoghi comuni, per consegnarci, insieme a molte storie toccanti, uno sguardo nuovo. Più libero.
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Anno edizione:2019
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Che dire di questo libro? Particolare. Simonetta richiama diversi personaggi che hanno popolato la sua infanzia, fra domestici e parenti, specie a Mosè e ci fornisce dei dettagli che ci erano ovviamente sfuggiti: erano disabili. E poi sia lei che suo figlio a turno raccontano com'è essere disabili e vivere con un familiare disabile. Come il mondo ti vede, come tu ti vedi e quali possibilità ti si precludono mentre altre ti si aprono. Un libro importante e consigliato.
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Un testo necessario per cercare di colmare il tanto che ancora manca per arrivare a una completa uniformità tra abili e disabili. Un testo che non deve essere stato facile scrivere, così come per il malato trovare l’equilibrio tra la disperazione e un ego pompato (perché questo a volte fanno i sostegni psicologici). Un testo non facile da mandar giù per quel senso di colpa che, in misura più o meno grande, prende il lettore nel rendicontarsi col proprio “si potrebbe fare di più”. Un testo che non poteva, e non voleva, offrire “bella” letteratura, o letteratura d’evasione. Un testo toccante per la misura controllata, lambendo una britannica freddezza, dei sentimenti, tenuti a freno ma non celati. Un testo, infine, non facile da valutare, ma a cui spetta il massimo dei voti, senz’altro, per la sua importanza.