Noeth Ac Anoeth

Tre brani per oltre 50 minuti di musica, un debutto sulla lunga distanza epico per la formazione gallese. I macilenti riffs di “Les Paradis Artificiels” pongono chiaramente l'accento su una forma primitiva di hard rock che è letteralmente sconvolta dalla voce celestiale di Jessica Ball, una sirena che finisce con lo spostare gradualmente gli equilibri. E' come se Cocteau Twins e My Bloody Valentine fossero precipitati in un universo doom. Ancora sperimentale e progressiva la vena di 'Slave Moon’, anche qui abbondantemente oltre la soglia dei 10 minuti. C'è lo spettro degli Hawkwind e degli Amon Duul II in un rituale spazio-temporale davvero mistico. Chiude la lunga suite 'Nachthexen' volo pindarico attraverso l'involucro della heavy music che rinasce a nuova vita. Produce alla perfezione Chris (Conan) Fielding.