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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2017
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Il Libro che non t'aspetti. Non conoscevo la Francini, se non come attrice. Devo dire che mi ha stupito per il suo modo, molto particolare, di raccontare e scrivere. Un libro simpatico, strano e interessante.
La curiosità mi ha fatto acquistare questo libro; . la stessa, mi ha fatto prendere il dizionario per capire il significato di termini ricercati e appassionarmi alle vicende della protagonista Chiara. Le Supreme sono divine, sembrava di esserci ai pranzi della domenica, agli spettacoli a teatro, alla Balera musica e cucina ad osservare i coniugi Raucci nella loro rumba quarantennale, a mangiare alici fritte, nel ballo/abbraccio di Federico, Chiara e Angelo. Ho pianto nell'apprensione di Chiara per babbo Giancarlo, ho sentito il tonfo di ossa e pavimento come risposta alla battuta pane fritto, ho visto la scena del funerale con la bara portata a spalla dalle Supreme, da Chiara, da Angelo. Federico, Luigi, Emanuele con il loro gomitolo di elastici, le converse per ogni occasione, i messaggi intelligenti e garbati, ma la dichiarazione di Federico è sublime. Gimmy il troione, MaraElena, Zia Gertrude: personaggi simboli di ciò che manca, di ciò che si conserva e cresce nel tempo a bordo di una clio rossa, di una zia mamma non concessa dalla natura. La famiglia è ciò che viene descritto: chi ti cresce, chi ti accoglie col suo modo sempre e comunque, chi ti lascia andare, chi sembra ti dia le spalle ma sta solo preparandoti per un affetto rinnovato e mai scontato. La famiglia non ha vincoli sessuali, ha legami di amore che trascendono il genere: le galatine, ne sono l'emblema. Grazie per questo romanzo: vero, ricercato, divertente, emozionante come un diciottoetrenta tinto di arancione con le gambe penzoloni sul lungotevere.
La sensazione che si ha leggendo "Non parlare con la bocca piena" è quella di trovarsi improvvisamente in una Roma irradiata da una semplice ma naturale civiltà come semplice e naturale è la bellissima luce del tramonto che sfiora il lungotevere così caro a Chiara. Ci si perde tra il Pigneto e il Ghetto, tra i desideri del '68 poi avveratisi e la realtà così poco movimentata ma tanto rassicurante del momento in cui siamo, qui e ora. È difficile non ridere e non commuoversi per la potente normalità delle relazioni d'amore e d'amicizia presenti nel libro. Quella normalità che tanto cerchiamo oggi, mentre siamo su Grindr o Tinder.
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