L'oceano in fondo al sentiero

Questo breve romanzo ha rinnovato il piacere della lettura che ha sempre accompagnato le mie incursioni tra le pagine di Gaiman. I temi non sono certo nuovi o declinati in modo particolarmente originale. Il mondo adulto visto dalla prospettiva di un bambino è sempre misterioso se non incomprensibile, impermeabile alla magia e a quel senso del meraviglioso che paiono essere la più felice chiave di accesso al mondo, anche quando questo ha i confini banali di un angolo di campagna nel Sussex. Uno stagno può diventare oceano, essere il portale per una dimensione dove si realizza la conoscenza assoluta a discapito della singolarità dell’io. Il nostro mondo allora è solo un velo, una superficie dipinta tra le pieghe del multiverso in cui esseri fuori dal tempo ‘giocano’ e si affrontano. I mostri si rivelano fragili e il vero brivido di orrore arriva da chi ci sta accanto, immersi in una fin lì innocua vasca da bagno. Il finale è dolce-amaro, forse scontato nel rincorrere i legami tra le età attraverso la memoria occultata. Ad ogni modo, ritorno all’infanzia o meno, il lettore adulto per qualche ora ha avuto la sua dose di felice sospensione.

Il libro si basa tutto sulla contrapposizione infanzia/età adulta e comincia con l'entrata in scena del protagonista che torna nella città natìa in occasione del funerale del padre. Girando in zona, finisce per arrivare alla fattoria di una sua vecchia amica d'infanzia e da qui la storia cambia "punto di vista": il narratore, infatti, si perde nei ricordi di quando era un bambino di 7 anni (con la sua amica Lettie, di 11) e gli avvenimenti verranno raccontati col filtro del bambino, non dell'adulto. Tutti noi "adulti" possiamo immedesimarci e comprendere i dubbi, le paure, l'entusiasmo del piccolo protagonista, perché conosciamo e abbiamo vissuto le emozioni dell'infanzia. Non racconto la trama perché sicuramente finirei col fare spoiler, ma come ogni storia di Gaiman anche qui vi è la componente magica/fantasy: ci saranno suicidi, risvegli di forze antiche, tentativi di sopravvivenza, inquietudini, amicizia, intelligenza, libri, candore di bambino, mistero intorno alle figure delle tre Hempstock (Lettie, madre e nonna), lotta del Bene contro il Male... Una storia di crescita e speranza, di ricerca e consapevolezza della propria identità, di "andare avanti e vivere al meglio". Ennesima chicca di Gaiman, ovviamente consigliata!

Questo libro è un piccolo gioiello e, seppur abbastanza breve (ha 191 pagine), riesce a catturati fin dalle prime pagine. La storia è narrata dal punto di vista di un uomo di mezza età (di cui non verrà mai rivelato il nome) che, dopo aver fatto ritorno alla casa della sua infanzia per un funerale, si ritrova inspiegabilmente attratto dalla fattoria in fondo al sentiero. Ricorda, infatti, che in quella fattoria abitava una bambina speciale - Lettie Hempstock - e, nel ricordare lei, riemergeranno anche il ricordo di quello stagno che la ragazza era solita chiamare “Oceano” e tutte le avventure che il protagonista ha dovuto affrontare alla tenera età di sette anni. Un romanzo sicuramente da leggere soprattutto quando si ha nostalgia dell’infanzia.