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Anno edizione: 1997
Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
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E' il 1997 quando i Radiohead, gruppo di belle speranze pop con alle spalle un ottimo album (The Bends) e un discreto esordio (Pablo Honey) fanno uscire Ok Computer. Difficile oggi poter immaginare lo stupore, l'incredulità (e in certi casi anche la rabbia) dei fan del gruppo per tale evoluzione sonora. Già, perché nonostante le superlative doti dimostrate in The Bends sul gruppo di Oxford si era ormai ritagliata la riduttiva etichetta di "quelli che hanno fatto Creep" o, nel migliore dei casi, "quel gruppetto pop malinconico non male". Definizioni che vengono spazzate via dalla furia innovativa di Ok Computer. Il successo è immediato: il disco balza in testa alle classifiche inglesi e in top ten in quelle americane. Il singolo Paranoid Android nonostante un video criptico e la durata di sei minuti e mezzo (con una scelta commerciale suicida tipica del gruppo) svetta anch'esso in alto, fino al terzo posto delle chart inglesi. In molti sondaggi musicali il disco viene da subito considerato uno dei migliori del decennio, della produzione britannica di sempre e della storia del rock in generale. Ok Computer non è solo un album rock. I suoi testi sono stati esaminati e studiati in diverse università prestigiose (tra cui Oxford, ovviamente) tanto moderne e complesse sono le tematiche affrontate. La sensibilità artistica e poetica di Yorke era in effetti già emersa nitidamente in The Bends, ma raggiunge qui la sua piena maturità. Uno degli elementi di eccezionalità di Ok Computer risiede nella sua capacità di fondere in maniera perfetta testi e suoni creando un primordiale, inafferrabile e a tratti abbacinante esempio di interazione tra musica e letteratura. Si parla di letteratura, e non a caso, perché con questo disco Thom Yorke si rivela poeta moderno, riuscendo ad adattare lo spleen Baudelairiano al clima claustrofobico dell'assurdo e orribile quotidiano conformismo di un'epoca dominata da valori e sogni artificiali. Assolutamente da avere!
Molti li criticano senza nemmeno conoscerli, definiscono la loro musica deprimente solo perché non la sanno ascoltare. Il che è comprensibile considerando che ormai la musica non è considerata niente di più che un ritornello orecchiabile da canticchiare, un ronzio di sottofondo al supermercato. Non la capiscono perchè è Arte, e in quanto tale necessita di tempo e attenzione per essere compresa, cose che la gente non ha più perchè è troppo impegnata a star dietro all'ordinaria amministrazione della propria effimera esistenza. Ed è forse proprio il disagio nei confronti di un mondo che si affanna intorno al nulla e in cui i bisogni spirituali dell'essere umano vengono totalmente ignorati il sentimento che i testi di OK computer esprimono. Quest'album è un grido sussurrato, come nello stile di Thom Yorke, che si propaga fino all'anima e la supplica di risvegliarsi.
Quando uscì questo album ebbi la fortuna di acquistarlo subito, mio figlio aveva due anni. Adesso mi sono accorto che l'album e nel suo Ipod, e nella sua camera c'è il poster della copertina di questo incredibile e meraviglioso disco. Ho letto nei commenti precedenti qualcuno che l'ha definito il dark side degli anni novanta, si mi piace questo accostamento, pur essendo diversissimi questi album non conoscono tramonto, ogni volta che si ascoltano ti sembra che il tempo scivoli loro addosso senza scalfirne l'intensità, la magia. Chi ama la musica deve averlo.
Recensioni
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