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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2022
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«È una storia d'amore, di odio e di sogni vissuti all'ombra del vento. Ma è una storia vera. E come tutte le storie vere comincia e finisce in un cimitero, anche se molto particolare.»
«Una lettura magnifica» – Stephen King
Una mattina del 1945 il proprietario di un modesto negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, nel cuore della città vecchia di Barcellona al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui migliaia di libri di cui il tempo ha cancellato il ricordo, vengono sottratti all'oblio. Qui Daniel entra in possesso del libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un labirinto di intrighi legati alla figura del suo autore e da tempo sepolti nell'anima oscura della città. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Daniel e' un bambino di 10 anni quando trova il libro di un autore sino ad allora sconosciuto, Julian Carax. La lettura del manoscritto lo riconnette alla realta' dalla quale , probabilmente, rifugge. Si improvvisa detective e insieme ad un amico speciale, Fermin, cerchera' di scoprire e ricostruire la vita di Carax. Amore, amicizia, temi sociali di una Barcellona post guerra sono i punti di forza di questo romanzo. Una penna chirurgica quella di Zafon , vi terra'Â incollati alle sue pagine.
Non avevo mai letto nulla di questo incomparabile autore. Devo dire che mi ha lasciato a bocca aperta per la Perfezione. Non c'è nulla che mi sembri non maturo e compiuto. Un romanzo che proprio, non avevo mai preso in considerazione, ma che un giorno ho deciso di acquistare. Ero indecisa di quando iniziarlo, ma poi quando ho saputo della prematura scomparsa dell'autore, beh, mi sono decisa, anzi precipitata ad iniziarlo. La storia può essere considerata appunto, come Vi dicevo (a mio modestissimo parere), un testamento, un lascito alle generazioni, ai giovani e non solo; poichè è qualcosa di profondamente amorevole, protettivo e tutelare nei confronti dei libri. Ancora posso dirVi che chi non è portato alla lettura, con questo capolavoro, potrebbe ricredersi della Potenza della parola e della Fantasia. Della portata titanica di come l'eloquio, possa rendere tutto più sublime, più virtuoso. Un libro che ha uno scopo nobile e meritevole di apprezzamento. Non voglio annuciarVi troppo sulla trama. Ma penso che molti avranno avuto modo di leggerlo. Parla del Cimitero dei Libri Dimenticati, dove vengono salvati, protetti i manoscritti. E' proprio qui che il padre del protagonista, Daniel, lo conduce. Un libro magico, fatato, misterioso, che riuscirà a rapire Daniel, che lo metterà in contatto con un mondo che sconosceva. Tanti personaggi si alterneranno, personaggi di spessore, di grande vitalità e veracità. Talora il loro significativo ruolo, le loro scelte, mi sono sembrati, talmente vicini a me, da rasentare il reale! Tra i molti, chi mi ha proprio rapito, oltre il protagonista è Fermìn Romero De Torres che avrà un ruolo preponderante, che si legherà indissolubilmente con Daniel, per tutto il romanzo! Con Fermìn, Zafon è stato capace di introdurre una lineare e sinuosa verve comica. Con una grande eleganza, una comicità fine e delicata, che non può impedire al lettore di sorridere e di vivere con esso, un'avventura unica ed indimenticabile! A me ha fatto una tale compagnia, mi ha dato un tale sostegno! Era molto tempo che non trovavo un romanzo che non mi lasciava addosso una tale ''joie de vivre''! Il romanzo è completo, con una trama variegata, talora complessa, visto le varie vicende; ma che anzi ho vivamente apprezzato. Intreccio, intrigo, amore, giallo, passioni profonde; sono solo alcuni dei tantissimi ingredienti che caratterizzano il romanzo. Ma anche un' altra caratteristica che merita una menzione a parte, che molto spesso è scelto come elemento stilistico: parlo del metateatro. Cioè di quell'azione che ha coniato per primo Pirandello, cioè il teatro nel teatro. Invece qui, si assiste all'utilizzo dello strumento del libro, per calarlo in una seconda dimensione libresca, appunto. Tutto, la storia, la grande dichiarazione d'Amore sul mondo libresco, mi ha permesso di lasciarmi avvolgere da un atmosfera unica ed intima. Lasciandomi coinvolgere. Insomma, è stato un tripudio! Una vera ed esplosione di emozioni, per tutta la durata del romanzo, con continui e imperituri colpi di scena!
Ahimè! mi son lasciato convincere a leggere questo libro in seguito alla morte dell'autore (rip). Non è semplice scrivere la recensione di un libro di un autore morto recentemente e prematuramente. Si ha quasi la sensazione di non dare la possibilità di replicare.. Sinceramente non capisco. Non capisco l'hype dietro a questo romanzo (premetto che non ho nessuna intenzione di leggere altri romanzi dell'autore). O meglio..lo capisco così: l'ennesimo autore pompato dal marketing delle case editrici. Se questo è il suo romanzo migliore figuriamoci gli altri... Diciamoci la verità...il romanzo è un semplice romanzo d'appendice. La trama è lineare e prevedibile (oltre al non assolutamente credibile, ma questo conta fino ad un certo punto): a metà del libro si capisce chiaramente chi è l'autore dei "misfatti" (semplicemente per esclusione ci si arriva). I personaggi sono banali e soprattutto piatti: ognuno incarna un preciso stereotipo e non c'è alcuna evoluzione o cambiamento nel loro carattere o personalità. Ci viene quasi da chiedersi se imparino qualcosa dall'esperienza della vita? In particolare le donne sono tutte uguali. Impersonificano lo stesso ideale femmineo.. Da una parte la donna senza una vera e proprià personalità, che si innamora perdutamente di uomini che sostanzialmente non conosce minimamente, pronta a mettere tutta la propria vita e famiglia in pericolo -ovviamente senza speranza di salvarsi, se non attraverso l'uomo- per lo stesso tipo di individuo (incarnato sia dal ragazzo puberale sia dallo scrittore maledetto), ovvero l'uomo istintivo e "passionale", che in questo caso non è da leggere come un complimento. Dall'altra la donna -sempre sconfitta- ma dalla religione o dalla società o dalla vita. Non c'è un singolo esempio di donna che riesca a farcela. Zafòn ci regala davvero una pessima immagine del mondo femminile. Viene quasi da chiedersi che donne abbia conosciuto Zafòn (oltre a che libri abbia letto..). Lo stile non ha davvero nulla di originale. Piatto, ma con la pretesa di comunicare chissà quali insondabili segreti ed emozioni. Non so quanto sia da imputare a Zafòn quanto alla traduzione.. in ogni caso il risultato è mediocre. Mi rammarico, in particolare, del fatto che Zafòn non abbia approfondito aspetti che potevano essere molto interessanti come trame collaterali: -ma questa biblioteca dei libri dimenticati chi l'ha fondata? da quanto esiste? chi la manda avanti? chi ne fa parte? perchè? etc.. -la Spagna di Franco. Quest'epoca drammatica per la Spagna e per l'Europa, di cui pochissimo -ahimè- viene raccontato alle nuove generazioni, viene tratteggiata in un ritratto sfumato, appena accennato (un pittore in bolletta può essere scusato per lesinare sui colori, lo stesso non vale per uno scrittore con le parole), offrendoci un ritratto assolutamente inadeguato. Altro che "L'ombra del vento".. il titolo pià appropriato è "Un sacco di fumo al vento". Alle persone che danno 5 stelline... vi voglio bene e vi invidio (per la vostra purezza e innocenza), augurandovi prima o poi di scoprire Conrad, Faulkner, Steinbeck, Hemingway, Borges, Bolano, Cortazar, Bukowski, e tanti altri
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