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L'ordine del giorno - Éric Vuillard - copertina
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L'ordine del giorno - Éric Vuillard - copertina
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Descrizione


Finalista sezione narrativa straniera Premio Gregor von Rezzori 2019
La Germania nazista ha la sua leggenda. Vi vediamo un esercito rapido, moderno, il cui trionfo sembra inesorabile. Ma se alla base dei suoi primi successi trovassimo invece mercanteggiamenti e volgari combinazioni di interessi?
Vincitore del Premio Goncourt 2017


«L’ordine del giorno è un libro di una potenza sconcertante nella sua semplicità» - Le Monde

«Con L’ordine del giorno, che racconta l’annessione dell’Austria da parte di Hitler, Il Premio Goncourt ha scelto un candidato inaspettato ma eccellente» - L’OBS

«Vuillard, per riprodurre sulla pagina il lungo istante prima della catastrofe nazista, aggira le convenzioni del romanzo storico. È impressionante: con tocchi rapidissimi, frasi secche, stilettate, ricostruisce non tanto un'epoca – i cupi anni Trenta in Europa – ma la voragine suicida che in essa si scava.»Paolo Di Paolo, Robinson

«Erano in ventiquattro accanto agli alberi morti della riva, ventiquattro soprabiti neri, marroni o cognac, ventiquattro paia di spalle imbottite di lana, ventiquattro completi a tre pezzi, e lo stesso numero di pantaloni con le pinces e l’orlo alto. Le ombre penetrarono nel grande atrio del palazzo del presidente dell’Assemblea; ma presto non ci sarà più un’Assemblea, non ci sarà più un presidente, e tra qualche anno non ci sarà più nemmeno un parlamento, solo un ammasso di macerie fumanti»

La Germania nazista ha la sua leggenda. Vi vediamo un esercito rapido, moderno, il cui trionfo sembra inesorabile. Ma se alla base dei suoi primi successi trovassimo invece mercanteggiamenti e volgari combinazioni di interessi? E se le gloriose immagini della Wehrmacht che entra trionfalmente in Austria mascherassero un immenso ingorgo di panzer, semplicemente in panne? Una dimostrazione magistrale e agrodolce del dietro le quinte dell’Anschluss presentata dall’autore di Tristesse de la terre e 14 juillet.
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Dettagli

E/O
2018
26 settembre 2018
137 p., Brossura
9788833570037

Valutazioni e recensioni

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Aurora
Recensioni: 5/5

“Le più grandi catastrofi si annunciano spesso a piccoli passi.” Quando si pensa all’Anschluss l’immagine più usuale che si ha è quella di un’invasione “pacifica” ed eppure fulminea, quasi un’ “invasione lampo”. In realtà di fulmineo nell’occupazione e – quindi – nell’annessione dell’Austria da parte della Germania nazista, non ci fu proprio niente: non certo la sua proclamazione che fu accettata e sottoscritta, con un atto di resa quanto mai vergognoso, da parte del cancelliere austriaco Schuschnigg; non la sua motivazione (furbescamente spacciata, in finte conversazioni telefoniche, come un semplice aiuto a una nazione al passo dalla guerra civile); e tantomeno l’avanzata, in puro stile di filmato di propaganda, dell’esercito tedesco con i suoi nuovissimi panzer (che nella realtà si bloccarono quasi tutti, in panne, a pochi chilometri dal confine). Ci sarebbe stato tutto il tempo, insomma, perché la Francia (che però era in crisi di governo) o perlomeno l’Inghilterra intervenissero: macché. Chamberlain proprio quella sera aveva indetto una cena in onore del ministro tedesco Ribbentrop, che monopolizzò il tempo e l’attenzione discutendo per ore di tennis e delle sue doti di sommelier. La tragicommedia della Storia secondo Eric Vuillard intreccia perfettamente questi ed altri episodi con l’immagine sorridente e sicura del milionario Gustav Krupp ritratto nella copertina: rimane sempre l’ossequio per l’apparenza e le forme; permangono sempre, intatte, le pomposità d’apparato; ma c’è anche sempre, nascosto dietro a tutto questo, il bluff. Un bluff che – per esistere – necessita comunque di finanziatori e denaro, in questo caso fornito proprio da Krupp e da altri ventitre colossi dell’industria tedesca (prosperi ancora oggi e a tutti noi ben noti) che appoggiarono senza alcuno scrupolo ogni mostruosità e crimine perpetrati dal regime nazista. L’invocazione “liberaci dal male”, per certe persone, non è mai, purtroppo, all’ordine del giorno.

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Teresa
Recensioni: 5/5

Non è mai facile cercare di raccontare un preciso momento storico, la difficoltà sta soprattutto nello scegliere lo stile narrativo giusto, non romanzare troppo le verità e al tempo stesso mantenere alta l’attenzione di chi legge. Vuillard lo fa sin dalla prima pagina, prendendo il lettore per mano e conferendogli una punto di vista speciale, quello di un osservatore nascosto che si trova in ogni luogo e ogni momento importante. Vuillard mira anche a responsabilizzare il lettore: immettendo il suo racconto nella società odierna, sottolineando le contraddizioni e i fallimenti passati, vuole spingere il lettore a guardare con occhio critico ciò che gli accade gli intorno, il modo in cui le cose ci vengono raccontate e filtrate senza mai avere la certezza assoluta della loro validità. E alla fine si ha proprio l’impressione che il dito non sia più puntato contro le figure del passato, ma contro di noi.

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Carmine
Recensioni: 4/5

Éric Vuillard, vincitore nel 2017 del premio Goncourt, tenta ne il suo "L'ordine del giorno" di fornirci delle istantanee precise e dettagliate che possano farci tornare indietro al momento dell'ascesa nazista. In questo modo raccontarci, passo per passo, tutti i segreti che si nascondono dietro l'Anschluss, l'annesione dell'Austria avvenuta quel fatidico 11 marzo 1938. Un romanzo storico più che riuscito e un'esperienza di lettura edificante, ma soprattutto un saggio che riesce a dirci molto di più di quel che conoscevamo già o avevamo studiato nei libri di storia.

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Éric Vuillard

Éric Vuillard, scrittore e cineasta nato a Lione nel 1968, ha ricevuto il premio Ignatius-J.-Reilly 2010 per Conquistadors (Léo Scheer, 2009), il premio Franz-Hessel 2012 e il premio Valery-Larbaud 2013 per Congo e La bataille d’Occident (Actes Sud, 2012) e, sempre pubblicati da Actes Sud, il premio Joseph-Kessel 2015 per Tristesse de la terre (2014) e il premio Alexandre-Vialatte 2017 per 14 juillet (2016). In Italia ha pubblicato, per E/O, L'ordine del giorno (2018), con cui nel 2017 ha vinto il Premio Goncourt, e La guerra dei poveri (2019)

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