Nella sua estrema asciuttezza (il libro è poco più lungo di duecento pagine) "Ubik" è senz'altro l'opus magnum di Dick (i fan di "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?" mi perdoneranno). Come in un altro suo lavoro, "Un oscuro scrutare", il dualismo realtà/finzione è il motore dell'opera. Ma se in quel romanzo esso si concretizzava attraverso un disturbo di personalità da manuale (con il protagonista letteralmente scisso in due, al punto da non riconoscere sé stesso nelle foto o nei video che gli venivano mostrati), qui si attua in un'impossibilità del lettore di capire se quanto avviene si sta svolgendo in una realtà artificiale creata ad hoc, oppure nel mondo vero (e qui, a qualcuno potrebbe tornare alla mente "Matrix"...). Il finale, ambiguo ed inquietantissimo, è un invito rivolto direttamente al lettore: "Rileggi subito il libro, con rinnovata consapevolezza".
Un oscuro scrutare
Un romanzo sospeso tra giallo e fantascienza, ambientato in un futuro dominato dalla tecnologia e dalla manipolazione sociale.
«Uno scrittore brillante, idiosincratico, dotato di un'arguzia senza pari... Dick illumina. Risplende. Abbaglia» – The Washington Post
Los Angeles, 1994: una droga misteriosa, la sostanza M, invade il mercato seminando follia e morte. La sua origine è ignota come la sua composizione e l'organizzazione che la diffonde. Bob Arctor, agente della sezione narcotici, si infiltra fra i tossici che ne fanno uso, per scoprire chi dirige le fila del traffico illegale: un abito speciale nasconde ai colleghi la sua identità e una sofisticata apparecchiatura elettronica gli consente addirittura di spiare sé stesso nella sua nuova condizione di drogato. Bob giungerà alla verità solo dopo essere sprofondato nel buio e nella disperazione della dipendenza. Un romanzo di straordinaria potenza emotiva, dedicato idealmente a quella generazione che dopo aver sognato un mondo diverso ha scoperto il baratro delle droghe, della dipendenza, dell'annullamento di sé. Canto del cigno di una generazione, «Un oscuro scrutare» è una vetta amara e lirica dell'opera di Philip K. Dick, e allo stesso tempo un romanzo sospeso tra giallo e fantascienza, ambientato in un futuro dominato dalla tecnologia e dalla manipolazione sociale.
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