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Anno edizione: 2006
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A tutti quanti può capitare di essere o di sentirsi dei passeggeri distratti, costantemente di corsa in mezzo al traffico della vita e sempre circondati di persone di cui a malapena ci accorgiamo, reciprocamente. In questa frenetica moltitudine, incontrare qualcuno per cui si faccia la differenza è veramente una grande fortuna ed è proprio a partire da tale concetto che si sviluppa questo album di Raf (“se te ne andassi via da qui chi mi verrebbe a cercare / dimmi che tu lo faresti e che non siamo passeggeri distratti”), a mio avviso uno dei migliori da lui incisi. Il primo singolo – “Dimentica” – è una ballad intensa e struggente, già diventata un classico del suo repertorio, mentre “Il nodo” – altro estratto di successo – è una canzone dal testo evocativo e delicato, a tratti quasi narrato. L’incipit è affidato ad un brano dal forte impatto sociale, che con un serrato gioco di parole tocca molte tematiche ed avvenimenti storici, invitandoci a prenderne consapevolezza. Tale riflessione prosegue in “Nati ieri”, ampliando il discorso anche in termini di scarto generazionale ed infondendo nell’ascoltatore la speranza “che domani sia migliore nonostante tutto”. Raf evidenzia qui come ciò sia possibile se ciascuno di noi persegue un obiettivo comune, anziché comportarsi da passeggero distratto rispetto ai bisogni della società e del mondo, esplorato anche da un punto di vista naturalistico. Questo riferimento alla natura è preponderante nella traccia immediatamente successiva, nella quale l’uomo viene paragonato proprio all’elemento che le dà il titolo, per la sua indole indomabile e alla costante ricerca di qualcosa (“acqua siamo noi di un fiume che non dorme nel suo letto”). Nella nostalgica “Onde” torna il tema del ricordo, nuovamente interpretato con una metafora naturalistica, mentre la conclusione dell’album è affidata alla coinvolgente “Mondi paralleli”, dove Raf riconferma il suo invito ad osservare più attentamente la vita circostante. Si tratta di un lavoro complessivamente ricco di sfumature, che l’artista come al solito ci suggerisce col suo modo di cantare pacato: per coglierle tutte, occorre non essere degli ascoltatori troppo distratti.
Recensioni
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