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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2022
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Nessuno come Rulfo ha saputo rendere la coesistenza di passato e presente, della vita e della morte, raccontare il tempo come eterno e immobile in cui tutto ciò che sta succedendo è già successo. Anche per questo è stato ammirato da Borges, García Márquez e Cortázar. Di certo Pedro Páramo è considerato il punto di svolta della narrativa ispano-americana del Novecento.
«Non ho provato una commozione simile da quando avevo letto "La metamorfosi" di Kafka» – Gabriel García Márquez
Juan Preciado torna a Comala a cercare il padre, Pedro Páramo, che non ha mai conosciuto. Ma Comala è un paese di ombre: molte voci, molte storie, e tutte sembrano provenire da un altrove misterioso. Juan Preciado dice: «Vedo cose e gente dove forse voi non vedete nulla». Ma il discrimine tra cose, gente e nulla è molto difficile da percepire e lui stesso è destinato a confondersi nel mormorío generale. Nessuno come Rulfo ha saputo rendere la coesistenza di passato e presente, della vita e della morte, raccontare il tempo come eterno e immobile in cui tutto ciò che sta succedendo è già successo. Anche per questo è stato ammirato da Borges, García Márquez e Cortázar. Di certo Pedro Páramo è considerato il punto di svolta della narrativa ispano-americana del Novecento.
Con Pedro Páramo, Juan Rulfo annuncia il modo attraverso cui la cultura di un intero continente trova forse per la prima volta una voce propria – magari a partire dalla contrazione di nuovi debiti, primo fra tutti quello con William Faulkner, e dalla contemporanea accensione di futuri crediti, come la citatissima apertura del frammento 41: «Il padre Rentería si sarebbe ricordato molti anni dopo della notte in cui la durezza del suo letto lo tenne sveglio e poi lo obbligò a uscire», che è evidente modello per il famoso incipit di Cent'anni di solitudine: «Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio». Con quella voce trovata l'America Latina entra in conversazione con il resto del mondo e a sua volta lo rigenera, lo porta a trovare nuove strade, racconti e nuove voci ancora. (dalla prefazione di Ernesto Franco)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Nessuna copertina sarebbe potuta essere più azzeccata per questo libro fantasma: del bianco a cui tendono tutte le storie, d’amore come di violenza, di depravazione come di desolazione. È un labirinto di muri a secco e di villaggi vuoti e di vite disgregate e mancate questo romanzo di Rulfo al cui interno tutto si perde: la propria storia, le proprie colpe e i propri ricordi, la scrittura stessa, e alla fine non resta neppure un dispiacere, nulla a cui aggrapparsi per poter dire che ne è valsa la pena.
Leggere Pedro Paramo è finire in un sogno. Un sogno fatto di uomini e spazi al sole, di domande e vuoti, tutto in pedro paramo sembra mancare di senso, come se fosse un libro incompleto e i cui pezzi fossero andati perduti definitivamente proprio in quelle case che ci troviamo a esplorare con la paura della morte nel cuore. Emmergono fantasmi e morti dalla terra e dai letti, e tutto quello che possiamo fare è continuare dritti fino all'ultima pagina. Sperando che la paura degli uomini sia l'unica cosa che conta alla fine in questa lunga lotta che ci riserva la vita.
Il capolavoro di Rulfo. Caveat lector: non è un libro scorrevole, facile, piacevole. Spesso ci si perde, si resta confusi, non si capisce se siamo davanti alla realtà o al mondo onirico del passato, dei defunti. Tutto questo è Pedro Páramo di Rulfo. Il viaggio di un figlio alla ricerca di suo padre, l'arrivo nel paesino messicano in cui tutti ne parlano con odio, meraviglia, amore, ma questi "tutti" sono ormai anziani, vecchi, trasparenti, e svaniscono, sfumano in una nebbia onirica. Come pure sfuma il protagonista - almeno il figlio, quello con cui siamo partiti - per dare spazio al vero protagonista, il padre, Pedro Páramo, signore del paese, aura quasi più che uomo, filo tagliente e sanguinante che lega la vita di uomini e donne del villaggio. Lettura complessa e gagliarda, ma il premio è il potersi accostare a uno dei grandi autori contemporanei, amato dallo stesso Borges.
Recensioni
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