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Anno edizione: 2015
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Mi sono presa un po' di tempo, prima di scrivere questa recensione. Forse perché già altri hanno detto tutto, meglio di come potrei fare io, ma desidero comunque dire la mia. Mia e Lorrie Ann sono amiche da sempre e non è difficile rivedersi in quel legame unico, che sconfina nell'amore. Anche perché poi, diciamocelo, che differenza c'è tra amicizia e amore? Noi conosciamo solo il punto di vista di Mia, che si fa portavoce anche della versione di Lorrie Ann, la perfetta, l'inarrivabile, la dea Inanna. Ma che poi tanto perfetta non è ed è la vita che si affretta a puntualizzare questo aspetto. Nelle sventure, Lorrie Ann si mostra santa, in un martirio parzialmente autoinflitto, salvo poi voltare faccia clamorosamente e cambiare le carte in tavola. Mia, invece, è convinta di essere la "cattiva", l'imperfetta, l'infedele e, dunque, immeritevole di tutto ciò che la vita le riserva. La visione d'insieme muta inesorabilmente sul finale, che lascia dell'amaro in bocca, e ci si chiede se è mai possibile conoscere qualcuno intimamente. Il romanzo è ben scritto, scorrevole e accattivante. I personaggi sono delineati con sapienza. Alcune vicende sono piuttosto crude e vivide. Nell'insieme, i tratti grotteschi sono mitigati da un certo realismo: a volte la vita sa essere proprio assurda.
Un romanzo sorprendente; da copertina e trama pensavo a tutt'altro genere, a qualcosa di leggero, un pò ironico, una storia di amiche d'infanzia...quelle robe lì...da leggere per ritrovarcisi un pò. In realtà mi sono trovata a leggere qualcosa di molto diverso, di poco classificabile... Condito da riferimenti mitologici (la dea Inanna e la sua storia sono un parallelismo alla storia) e di attualità, penso di poterlo definire anche un'opera colta, modernamente filosofica. Una lettura al femminile senza essere femminista, una lettura onesta e appassionata. Un buon libro che ti trascina nel suo vortice fino all'ultima pagina e ci incanta ponendoci una semplice domanda; "Ci meritiamo forse la primavera?".
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