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Pietr il Lettone - Georges Simenon - copertina
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Pietr il Lettone - Georges Simenon - copertina
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Dettagli

8
1993
Tascabile
13 ottobre 1993
163 p.
9788845910104

Valutazioni e recensioni

3,58/5
Recensioni: 4/5
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PietroG
Recensioni: 5/5

Primo romanzo con protagonista il commissario Jules Maigret, a cui Simenon dà fin da subito alcune delle sue caratteristiche peculiari: il metodo di indagine, che porta Maigret ad immergersi nelle vite e nei luoghi frequentati sia dalle vittime che dai sospettati, al fine di ottenere una specie di immedesimazione, ma anche in cerca di qualche inaspettato e decisivo indizio; l’umanità del commissario, che raramente condanna senza appello i suoi colpevoli, ma che si interessa sempre alle loro motivazioni. In questo primo caso, Maigret viene informato con una soffiata dell’arrivo a Parigi del criminale internazionale noto come Pietr il Lettone, ma, quando si reca alla stazione per individuarlo, scopre con sconcerto che sembrano esserci due Pietr: uno sceso dal treno e direttosi ad uno degli hotel più lussuosi della città, l’altro ritrovato morto all’interno dello stesso treno. Il finale dell’indagine dirà molto del carattere di Maigret, piuttosto lontano dal tipico investigatore freddo, scientifico e metodico che era il classico Sherlock Holmes: in questo dopotutto sta la grande novità introdotta da Simenon e, in parte, anche il segreto del suo successo.

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Elena
Recensioni: 3/5

Mi piace molto l'atmosfera ed il fiume dei pensieri del commissario Maigret in questa inchiesta,ma non ho apprezzato la grande quantità di personaggi creati a corredo di questa indagine di per sè complicata e resa ancora più confusa da tutte queste presenze.La caratterizzazione che Simenon fà nel creare personaggi di religione ebraica relegandoli ad essere esseri cenciosi,puzzolenti,male integrati nella società e propensi alla mistificazione non mi ha aiutato ad apprezzare questo libro.Si legge scorrevolmente ma si nota che Pietr il lettone è stato uno dei primi tentativi di Simenon di rodare la "macchina Maigret" e sviluppare il polso che successivamente gli ha permesso di tessere indagini memorabili e sublimi.Questa purtroppo non è tra le mie preferite.

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Zazie_danslabiblio
Recensioni: 4/5

Lo scrittore belga, fa risalire proprio a questo volume la nascita del Commissario Maigret: «Mi rivedo, un mattino di sole, in un caffè… Forse avevo bevuto uno, due o anche tre bicchierini di ginepro con una spruzzata di bitter. Sta di fatto che un’ora più tardi, quasi vinto dal torpore, cominciai a vedere dinanzi a me la massa imponente e impassibile di un signore che - mi parve - sarebbe stato un commissario accettabile. Nel corso della giornata aggiunsi al personaggio qualche accessorio: una pipa, una bombetta, un pesante cappotto con il collo di velluto… e gli concessi, per il suo ufficio, una vecchia stufa di ghisa». Lo stile è scarno, il testo coinvolgente e fino alla fine non si è mai certi di come andrà a finire la vicenda.

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Voce della critica

SIMENON, GEORGES, Pietr il Lettone

GRISHAM, JOHN, Il socio
recensione di Papuzzi, A., L'Indice 1994, n. 2

Quando il più celebre poliziotto della letteratura mondiale, il commissario Maigret, fa la sua prima apparizione, sessant'anni fa, nel romanzo "Pietr-le-Letton*, esso si scolpisce subito nell'immaginazione e nella memoria del lettore, in carne e ossa, con una corporeità che trapassa la pagina e con una psicologia che sfida il tempo. Lui è Maigret, semplicemente Maigret, senza un nome, senza un'età, senza un passato, e in fondo, a ben guardare, senza un futuro. Sta nella letteratura poliziesca, ma forse nella letteratura tout court, così come sta nel suo ufficio alla Sureté, nelle prime righe del primo romanzo: "imponente e massiccio, con le mani in tasca e la pipa a un angolo della bocca"; o come si piazza alla Gare du Nord, qualche pagina più avanti: "Lui stava lì, enorme, con quelle spalle impressionanti che disegnavano una grande ombra"; o come piomba nell'Hotel Majestic: "un blocco di granito che l'ambiente rifiutava di assimilare''. Quell'immobilità paziente e incombente è la gabbia di un implacabile e affascinante meccanismo: la "teoria della crepa", annunciata anch'essa già nel primo romanzo. Ogni criminale è un giocatore dell'infinita partita che si combatte fra la legge e il disordine, ma è anche un uomo: "Lui cercava, aspettava, spiava soprattutto la 'crepa'. Il momento in cui, in altri termini, dietro il giocatore appare l'uomo".
La riedizione presso Adelphi di tutte le inchieste di Maigret offre la possibilità di un istruttivo confronto con i nuovi campioni della letteratura poliziesca. Prendiamo John Grisham, l'autore americano che furoreggia, dopo la pubblicazione, in rapida serie fra il 1991 e il 1993, del "Socio", del "Rapporto Pelican* e del "Cliente". Farò riferimento al primo di questi bestsellers, perché è stato oggetto di una trasposizione cinematografica di successo, di Sidney Pollack, con Tom Cruise, arrivata sugli schermi italiani soltanto pochi mesi fa. Di Mitchell Y. McDeere, il giovanissimo avvocato protagonista della storia, noi sappiamo apparentemente tutto: come si chiamano lui, la moglie, il cane, i suoceri, quanti anni hanno esattamente, dove ha studiato, che voti ha avuto, e così via. Ma non sapremo mai che faccia ha: solo che è di "bell'aspetto". E anche atletico, perché era un asso nel football e perché una ragazza caraibica gli dice: "Sembri un atleta. Così muscoloso e solido". In realtà il socio è una forma vuota, pronta per accogliere la faccia da marine del divo hollywoodiano più pagato. Il socio non ha una faccia, finché non gliela dà il cinema, così come non ha una psicologia: egli agisce obbedendo ai meccanismi del thriller d'azione, sono questi a dettare la psicologia, piuttosto che il contrario. Non a caso tutta la macchina romanzesca si svuota nelle cento pagine finali, come un corpo senz'anima, tanto che Pollack ha inventato per "Il socio" cinematografico un finale completamente diverso e molto più efficace.
Anche Maigret ha avuto naturalmente le sue edizioni cinematografiche e televisive. Ma Maigret non è Jean Gabin n‚ Gino Cervi. Semmai è il contrario: essi sono possibili personificazioni di un'identità letteraria così prepotente da non poter essere realmente intaccata da rappresentazioni visive. Ciò vale anche per gli ambienti in cui si muovono Maigret o il socio: là una Parigi divisa fra l'esotismo della mondanità e la disperazione dei bassifondi, qui un'America che sembra ricalcata dai depliant patinati delle agenzie turistiche. Se l'alloggio di Maigret odora dello spezzatino "che sfrigolava nella pentola", in quella di McDeere "la tappezzeria s'intonava a meraviglia con le tende ed il tappeto". Il che non ha nulla a che vedere con la verosimiglianza. Anzi. Il mondo di Maigret dove un poliziotto può essere complice del suicidio del suo perseguito, fra bottiglie di rum e letti che cigolano, e stupendamente irreale, mentre l'America senza faccia di John Grisham, dove "il denaro compensa tutto" e dove mafia, avvocati o Fbi sono tutti della stessa pasta, rischia di essere spaventosamente vera.

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Conosci l'autore

Georges Simenon

1903, Liegi (Belgio)

Romanziere francese di origine belga. La sua vastissima produzione (circa 500 romanzi) occupa un posto di primo piano nella narrativa europea. Grande importanza ha poi all'interno del genere poliziesco, grazie soprattutto al celebre personaggio del commissario Maigret. La tiratura complessiva delle sue opere, tradotte in oltre cinquanta lingue e pubblicate in più di quaranta paesi, supera i settecento milioni di copie. Secondo l'Index Translationum, un database curato dall'UNESCO, Georges Simenon è il quindicesimo autore più tradotto di sempre. Grande lettore fin da ragazzo in particolare di Dumas, Dickens, Balzac, Stendhal, Conrad e Stevenson, e dei classici. Nel 1919 entra come cronista alla «Gazette de Liège», dove rimane per oltre...

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