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Anno edizione: 2013
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Una raccolta di racconti di cui a mio parere si può dire ben poco, per la stessa ragione che impedisce di parlare di un quadro, o di una melodia senza avvertire nel farlo una forzatura. Infatti per come li ho percepiti io questi racconti non sono altro che piccoli schizzi che immortalano singole situazioni di più o meno ordinaria quotidianità, le quali trovano la loro forza nei picchi di tensione che i legami tra i personaggi raggiungono di volta in volta nel singolo intrecciarsi della piccola vicenda. Non sono significativi di per se stessi, a giocare la parte del leone è la maestria di Kawabata nel rendere il fremito di due anime che entrano in contatto, che si incrociano anche solo per un breve tratto di percorso e nel condire questa rete di rapporti, familiari o sentimentali che siano, nel suo proverbiale gusto estetico che dà appunto forma di acquerello alle sue opere rendendo al lettore l'impressione di star osservando un bel paesaggio. Onestamente non sento di aver apprezzato fino in fondo questa antologia, tolti un paio di racconti come "Silenzio", nel quale uno scrittore si trova a dover scendere a patti con l'improvvisa perdita della parole e della capacità concreta di scrivere più di qualche semplice kana causa paralisi, e Yumiura in cui una donna sconosciuta si presenta presso un celebre scrittore ( anch'egli ) sostenendo di averlo incontrato molto tempo prima e di essersi scambiata con lui promesse d'amore, senza tuttavia che egli ne trovi conferma nella propria memoria. Così si viene a creare una sorta di doppia dimensione del reale in cui verità e menzogna sono separati da un confine molto labile. L'atmosfera surreale che viene a definirsi lo rende secondo me un piccolo gioiello. Per il resto l'inconsistenza generale dei racconti, che quasi fluttuano nella loro dimensione estetica e si esauriscono senza un vero punto fermo me li ha fatti apprezzare solamente, appunto, dal punto di vista delle sensazioni che lasciano, senza però mai scalfire di troppo la superficie.
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