L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2020
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Bello, bello, bello! A due anni dall'ultimo seccante abbandono di 2666 (dopo aver gustato al massimo 'I detective selvaggi' - ecco perché seccante), con sommo piacere comunico il mio entusiasmo ritrovato in questi tredici racconti dal leitmotiv intuibile dal titolo. Non particolarmente per i racconti in sé, ma proprio per la sua libertà di mente e di espressione, per quella tristezza nelle righe, per gli spifferi di arte e di magia che da esse filtrano. «Il racconto era di quattro pagine, forse lo scelsi per questo, per la brevità, ma quando l'ebbi finito ebbi l'impressione di aver letto un romanzo.» Lo leggo, e poi mi ascolto. Ascolto le sensazioni che la lettura induce e le traduco in questi pensieri, ma non giudico; semplicemente accolgo o respingo: questo ho capito essere il mio modo di leggere Bolaño, o meglio, la modalità che istintivamente adotto da quello che io reputo un certo livello di Letteratura in su, senza troppe supercazzole. Ora so che posso tornare sul monumentale 2666 e riprovarci, perché di Bolaño non mi voglio più perdere nemmeno una pagina.
I racconti, seppur variegati, trattano delle tematiche fondamentali. Innanzitutto la solitudine, in cui si narrano le vicessitudini di personaggi (spesso senza nominarli) che vagano, solitari, talvolta in modo indefinito. Altro tema di spicco è la condizione dell'emigrato, racconti di chi si trova lontano dalla propria terra e del difficile rapporto con l'ambiente straniero, sulla difficile condizione dell'esule. Non manca, ovviamente, l'ingrediente surreale, una delle firme tipiche di Bolano a quanto pare, e lo si riscontra soprattutto nel racconto che dà il titolo alla raccolta. E vi giuro che alla prima lettura non avevo capito che narrava di un calciatore reso prigioniero e seviziato da una sua ammiratrice (fun fact: ah, perché sì, anche gli uomini possono essere vittima di stupro). Bolano fa parte di quella straordinaria schiera di scrittori (come Borges, Cortazar, ecc.) a cui bisogna prestare particolare attenzione durante la lettura. Non ci si può abbandonare semplicemente al piacere di leggere, bisogna stare attenti a non perdersi nei meandri, a non smarrire la strada dove ci vogliono condurre, e soprattutto a intuire il non detto, quella parte occulta a cui vogliono tendere.
Violenza e gioco, dissipazione e perdono, e tanto altro ancora a farcire l'arazzo di questi racconti. Un sangue che non smette di darsi, di vibrare, in esperienze anche estreme che vanno quasi sempre a gocciolare su frantumi di assenza. Grezza e viva come la disperazione, incantevole e tenera come spasmi resi linguaggio, la prosa di Bolano è un continuo indagare nel continente della poesia, nell'esperienza umana che alla fine sa e può farsi poesia, oltre i fasti, le stanchezze e la gloria di una luce passata che egli non dimentica mai di ringraziare. Qui è la donna il faro assoluto, le follie e gli slanci del femminile attraversato e perduto, lacerato e sconcio, ma sempre in un sottofondo come di grazia che annulla ogni peccaminoso sguardo a comprendere o fuggire. Silva, il primo racconto, è uno dei più incisivi e strazianti; un tema di consapevolezza feroce affiora dolcissimo su una vicenda di pericolo autentico. Ma sono due altri, Puttane assassine e Il ritorno, a dare alla raccolta le mostrine della meraviglia, della sincerità più poetica trafitta nelle pagine. Lì, in quei due momenti, si può ancorare ogni dubbio e scendere dalla barca sicuri d'aver incontrato, navigando, un uomo che si è speso nella scrittura senza gli artifici di una forma stantia, senza le dicerie di una virilità gratuita o le grettezze e le puerilità di chi sfida a casaccio il vento del narrare. "Ho detto che andavo in bagno a fare un bisogno, e lei mi ha guardato come se avessi recitato John Donne, ragazzi, come se avessi recitato Ovidio, e io sono indietreggiato senza smettere di guardarla, senza smettere di guardare la barca che avanzava impossibile sopra un mare di niente e di elettricità, come se il pianeta stesse nascendo un'altra volta e io fossi lì solo per rendere conto della sua nascita, ma renderne conto a chi, ragazzi? Alle stelle, immagino."
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da Feltrinelli, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.ibs.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore