Leggere Landolfi è come fare un salto al museo della lingua italiana. Una lingua usata con meticolosa scientificità mista a poesia, tanto nelle descrizioni degli ambienti e degli oggetti, quanto nelle azioni dissezionate con la precisione di fotogrammi che poi si ricompongono e scorrono in una sequenza limpida, pulita e fluida. Verbi, termini e locuzioni obsoleti, desueti, dimenticati, superati o decaduti; costruzioni sintattiche sofisticate, aggraziate e lucidate come l'argento appena passato col Sidol, che ti fanno capire da dove veniamo, da quali picchi linguistici siamo scesi, e ti restituiscono quel sentore d'antico, un antico mai vissuto, ma annusato magari negli scialli di tua nonna o negli antri freschi di case d'altri tempi. Una casa d'altri tempi, un 'infernale labirinto' di cui ti viene da scarabocchiare la piantina, e un mondo gotico che lentissimamente si scioglie dal mistero a piccoli colpi di suspence; un racconto dai sinistri e cupi cromatismi dell'autunno, non solo come fenomeno astronomico, ma anche come crepuscolo esistenziale ammantato di pazzia. Si tratta comunque di un bellissimo romanzo che, al di là dello stile e delle scelte narrative molto landolfiane, che possono piacere o meno, possiede un' atmosfera tanto potente che anche dopo anni, appena la stagione volge al grigio, non posso fare a meno di ricordarmi di «Racconto d'autunno»
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Racconto d'autunno
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Italia
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Si sa che l'ultima guerra, e in particolare la Resistenza, hanno per lo più dato origine in Italia a storie di 'uomini e no', inclini a un'aspra sentenziosità. Nulla di meno congeniale a Landolfi, il quale scrisse febbrilmente la sua storia di guerra (questo Racconto d'autunno) nel 1946, ma giocando su tutt'altra tastiera. Qui un indefinito e sanguinoso conflitto fa da quinta a una vicenda di amore e morte che non sdegna nessuno degli attrezzi scenici del romanzo nero, dal ritratto ominoso agli animali demoniaci. E, al centro, una 'dark lady' innocente e perversa, evocata per via necromantica, che ci appare una vera concrezione dell'eros landolfiano. Mai come in questo liro Landolfi si è abbandonato al puro romanzesco, senza turbare e frantumare la narrazione, anzi lasciandola fluire in una corrente rapinosa e ingannevole.
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2013
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Formato:Tascabile
In commercio dal:
15 maggio 2013
Pagine:
133 p., Brossura
EAN:
9788845928062
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