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Anno edizione: 2019
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Più che definirli “racconti dell’orrore che potrebbe capitare anche a te”, li definirei più di mistero. Il libriccino è una minuscola edizione edita da La biblioteca minima di Adelphi, con una copertina molto bella, che ritrae una decorazione di un tessuto anni ‘50. I racconti contenuti in questa piccola raccolta sono tre, il primo dà il titolo al tutto. Forse mi aspettavo un qualcosa in più, un twist che mi facesse provare questo “orrore” tanto decantato, ma non posso negare che mi abbiano trasmesso un po’ di ansia e angoscia per l’assurdità delle situazioni narrate. Il secondo è quello che mi ha colpito di me, in tutta sincerità, ma lo stile di scrittura è davvero piacevole. Inutile dire che l’ho finito in una giornata. È il mio primo approccio alle opere di Shirley Jackson, spero che con gli altri romanzi confermi o superi le mie aspettative.
Lo stile della Jackson riguarda più il lato psicologico delle storie che racconta, più che il lato horror nel senso stretto del termine. I suoi libri sono un misto di ansia/angoscia/inquietudine molto diverso da tutto quello che normalmente si percepisce come il “mostro cattivo che fa paura”, perché il mostro non appare mai nei racconti della Jackson, ma si insinua nella mente del lettore e, piano piano, come un tarlo, scava nel profondo delle sue paure. “La ragazza scomparsa” è una mini-raccolta di racconti che un pò si discosta dalle sue opere più famose (“L’incubo di Hill House” e “Abbiamo sempre vissuto nel castello”), ma anche qui la tensione durante la lettura è molto alta. I tre racconti narrano situazioni reali, che ognuno di noi potrebbe tranquillamente vivere in un giorno qualsiasi della propria vita, e questo fa sì che il senso d’angoscia sia sempre presente durante la lettura. Un libricino breve ma che a me personalmente è piaciuto molto, per passare un pomeriggio diverso dal solito.
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