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Anno edizione: 2019
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Vincitore del Premio Pulitzer per la narrativa 2020
Dopo La ferrovia sotterranea, il capolavoro letterario che gli è valso il Pulitzer e il National Book Award, Colson Whitehead scrive un altro romanzo magistrale facendo luce ancora una volta su un angolo buio di storia americana.
«Così come aveva fatto con "La ferrovia sotterranea", Whitehead parte dalla storia per approdare al romanzo, raccontando attraverso un'opera di finzione gli angoli più bui del proprio Paese. Da amante di Gabriel García Marquez, il genere letterario con cui ama misurarsi è il realismo magico, di cui è maestro sin dai tempi dell'esordio con "L'intuizionista". Ancora prima dell'arrivo in libreria, "I ragazzi della Nickel" fa già parlare di sé: "Time" ha dedicato la copertina dell'8 luglio proprio a Whitehead, osannandolo come "narratore d'America", lo scrittore "che porta i lettori in un presente inquieto" attraverso un lavoro di scavo nel passato [...] Con "I ragazzi della Nickel" Colson Whitehead, protagonista a settembre del Festivaletteratura di Mantova, prosegue questo percorso di riappropriazione dell'identità afroamericana: narrare il passato tragico per cercare di vivere in pace il presente, ricostruire la "tradizione del nero", come la definiva James Baldwin, e riconferirle la dignità schiacciata» - La Lettura
«Colson Whitehead è uno dei più grandi scrittori americani viventi» - Time
«Lo scrittore statunitense costruisce uno spazio di invenzione in cui la verità storica guadagna uno statuto di verità diversa: verrebbe quasi da dire superiore, perché i ragazzi della Nickel non sono solo Elwood, Jamie il messicano e gli altri. Sono tutti quelli di cui nessuno racconta, vivi o sepolti, in ogni caso dimenticati. » - Robinson
Il movimento per i diritti civili sta prendendo piede anche nell’enclave nera di Frenchtown (Tallahassee) ed Elwood Curtis, un ragazzino abbandonato dai genitori e cresciuto dalla nonna, assimila tutte le massime e gli insegnamenti di Martin Luther King. Pieno di talento e molto coscienzioso, sta per iniziare a frequentare il college del posto, quando incautamente accetta un passaggio in auto. Ma per un ragazzo nero dei primi anni Sessanta, anche l’errore più innocente può rivelarsi fatale. Elwood viene spedito in un riformatorio chiamato Nickel Academy, la cui missione è provvedere a un’educazione fisica, intellettuale e morale così che il piccolo delinquente possa diventare un uomo onesto e rispettabile. Questo sulla carta. Perché nei fatti la Nickel Academy è un vero e proprio labirinto degli orrori.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
I ragazzi della Nickel è un libro da leggere. Un libro sulle ingiustizie di ieri e di oggi. Vi mettete lì e una pagina alla volta vi rendete conto una volta di più che è veramente tutto sbagliato. Credo, fermamente, che vada tutto rimesso in prospettiva, che vadano rispettati i diritti umani di base, anche quelli che dal nostro lato bianco e occidentale della faccenda, sembra siano scontati. E invece no. Nulla è scontato, #floyd non è scontato, tutti gli innocenti del mondo che diventano quelli che pagano il conto, ecco, nessuno di loro è scontato. Oggi e sempre dobbiamo ricordarci dei ragazzi della Nickel, perché non ci siano più storie del genere da raccontare. “Metteteci in prigione, e noi via ameremo ancora. Distruggete le nostre case e minacciate i nostri figli, e noi, malgrado sia difficile, vi ameremo ancora. Mandate i vostri violenti incappucciati nelle nostre comunità dopo mezzanotte, e trascinateci in qualche strada fuori mano, e picchiateci a sangue, e noi vi ameremo ancora. Ma state certi che vi logoreremo con la nostra capacità di sopportazione, e un giorno conquisteremo la libertà”. Quando Martin Luther King scriveva queste righe era il 1963, il libro si conclude nel 2014, oggi è il 2020. Fate i vostri conti. E leggete il libro di C. Whitehead, subito.
Un libro dalla scrittura scorrevole e semplice, la storia non è male ma mi sembra che non vada a fondo dei temi che vuole trattare: razzismo, discriminazione ecc. il tutto in un'America degli anni '60. Bel finale ma non mi ha tenuta attaccata.
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