lo stile e la forma sintattica non sono tra i più piacevoli, vista la complessità dei concetti, che sovente ricorrono e il loro meccanico sviluppo che rende la lettura poco sciolta e talvolta stucchevole. Di due anni precedente rispetto al famosissimo "Orgoglio e pregiudizio" (1813), questo romanzo della Austen, il suo primo romanzo, inevitabilmente mi porta a fare dei paragoni col fratello successivo. Essendo il suo primo sforzo letterario, e non me ne vogliano i super fan della Austen, ho trovato "Ragione e sentimento" leggermente meno maturo di "Orgoglio e pregiudizio" di cui ho maggiormente amato i protagonisti. oerò è comunque un bel libro.
Ragione e sentimento. Ediz. integrale
Ragione e sentimento, scritto nel 1811, è il primo romanzo di Jane Austen. Ambientato nella società della campagna inglese, fra il XVIII e il XIX secolo, si sviluppa attorno alle vicissitudini di tre sorelle le quali, alla morte del padre, vengono a trovarsi in una difficile situazione economica che condizionerà pesantemente tutte le loro scelte di vita, con particolare riferimento a quelle sentimentali e matrimoniali. Anche in quest’opera la scrittura della Austen si caratterizza per l’eleganza espressiva e la finezza psicologica che sempre riserva all’analisi dei personaggi, delle situazioni e dei contesti rappresentati.
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Anno edizione:2023
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In commercio dal:10 novembre 2023
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Splendido classico che descrive le vicende di un'anima ingenuamente romantica che, attraverso l'esperienza, giunge a comprendere la realtà dell'esistenza. La trama è piena di grazia ed ironia. La prosa è, come sempre, molto elegante. Conosciamo delle piccole donne: Elinor, dall'indole razionale e riservata; Marianne, romantica, passionale; Margaret, estremamente vivace. Le vediamo crescere. E in tutto questo percorso, la scrittrice oppone, in modo magistrale, i personaggi e i valori: moderazione contro ardore; discrezione contro vivacità; decoro contro passione. Ricorderò questo romanzo per gli splendidi colpi di scena che hanno rinvigorito le ultime 100 pagine: il finale è prevedibile, ma non banale, l'intreccio tra le storie d'amore, meraviglioso.
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Il romanzo è raffinato, delicato e superbo allo stesso tempo. Ci presenta l'immagine di personaggi in un'Inghilterra storica, fatta di carrozze, doti e passeggiate nella lussureggiante campagna inglese. La vicenda è quelle di due sorelle agli antipodi nel modo in cui affrontare le passioni, l'amore, la vita. E è proprio questo diverso approccio al mondo che l'autrice vuole presentare: uno più impulsivo e travolgente, l'altro più prudente e misurato. E' inevitabile schierarsi e identificarsi in Elinor o Marianne, senza comunque screditare nessuna delle due. Purtroppo, a mio avviso, sicuramente opinabile, ho trovato il romanzo svilente per la condizione della donna. O meglio, l'epoca imponeva uno svilimento per la propria condizione. L'otium artistico alla quale erano costrette, questa indolenza scandita solo da partite a carte, letture e inviti a sempre nuovi ospiti mi hanno amareggiata e non mi hanno certo fatto rimpiangere la figura della donna odierna. Certo Marianne rappresenta la volontà di riscattarsi da determinati crismi e clichè, rincorrendo l'amore, indipendentemente dalla posizione economica e sociale dell'amato e senza rispettare tutte quelle regole di buon costume che l'epoca richiedeva. Ma sebbene questi sforzi anche lei rimane intrappolata nei meccanismi di matrimoni vantaggiosi e programmati, dapprima con insofferenza per poi adagiarsi e amare quella condizione di vita. Per me è stato deludente un finale di tale sorta; vedere piegata anche la figura più forte e intrigante del romanzo ha rappresentato per me un fallimento del genere femminile, per quanto gli intenti della Auesten fossero del tutto opposti. E' comunque un classico scorrevole e leggibile