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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2015
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Dopo 350 pagine, decido di non perdere altro tempo con questo polpettone di auto-esaltazione e auto-assolvimento, inframezzato da una cronaca-fiction assai discutibile - e, tra l'altro, di una noia perfetta - farcita di un sarcasmo forzato e irritante sui primi decenni del cristianesimo. Carrere prende se stesso molto ma molto sul serio, fa finta di ironizzare sui propri vizi e vezzi, ma alla fine plana sempre nella vasta area della sua intelligenza, della sua indipendenza di pensiero, della sua originalità. E quelli che se la tirano fingendo di non farlo mi irritano persino più degli esibizionisti tout court. Peccato non si possa dare zero.
Forse l'opera più ambiziosa del francese, divisa strutturalmente e concettualmente in due parti. Nella prima Carrère, biografo navigato, ripercorre la sua vita e il suo percorso con la fede e la religione, raccontando di come da ateo sia diventato profondamente cattolico per poi tornare alla condizione iniziale. Questa è, in realtà, il segmento più debole del libro, in quanto manca la capacità dell'autore di dare al lettore qualcosa di più da analizzare. Le vicende non sono universalmente interessanti, e il valore che possono avere queste prime pagine è dato unicamente dalla bravura con cui sono state scritte. Il voto si aggirerebbe tra le 2 e le 3 stelle, quindi, se non fosse per la seconda parte. In questa sezione si esplorano gli scritti dell'evangelista Luca, cercando di ricostruirne la vita e il contesto, esplorando il testo per comprendere meglio quale fosse la visione del mondo, le possibilità, le speranze e le idee che gli uomini che stesero alcuni dei testi fondamentali della cultura occidentale avevano. Questa parte si rivela estremamente interessante e ben scritta, anche per chi non fosse necessariamente interessato all'argomento. Sarebbe un 5 ma controbilancia la prima.
Ho letto il Regno dopo aver letto molti altri testi di Carrère. Ero quindi consapevole che avrei trovato uno stile inconfondibile, diverso da ogni altro, che sa mischiare sapientemente letteratura, biografia, autobiografia. Ho trovato questo libro molto piacevole: il tentativo di Carrère di ripercorrere la vicenda dela cristianesimo delle origini attraverso la narrazione in parte basata su fonti, in parte solo immaginata, delle vite di Paolo, Luca e Giovanni è geniale. Peccato però per il primo capitolo in cui Carrère parla della sua conversione personale. L'ho trovato non particolarmente interessante e secondo me abbassa notevolmente il valore dell'opera.
Recensioni
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Il Regno è un viaggio appassionante nelle nostre radici cristiane e religiose. Bisogna conoscere per credere, ma bisogna anche dubitare. La ricerca è frutto delle tentazioni, delle elucubrazioni, ma disquisire sul cristianesimo non è l’obiettivo del libro. L’autore francese, infatti, ci regala un’autobiografia che parla ad ogni lettore, rappresentando concretamente le nostre perplessità, anche quelle che non avranno mai una risposta.
Questo libro scorre sul filo delle emozioni, si divora in base alla nostra fame di sapere. C’è chi lo troverà noioso; c’è chi si tufferà tra le sue pagine e ne uscirà rigenerato, con gli occhi pieni di stupore. Io faccio parte della seconda categoria di lettori ed è per questo motivo che ne voglio parlare con la massima chiarezza, perché ogni pagina di questo libro mi ha donato maggiore consapevolezza.
Il Regno non è un saggio storico, non è l’ennesima inchiesta sui Vangeli, non cerca di distruggere la fede. Carrère parte da se stesso e dal suo rapporto con la religione, dopodiché, indaga e ci presenta il suo resoconto. La sua indagine non ha come fine la risoluzione di un cold-case o di scovare il colpevole, ma ci fa entrare nel cuore di quelle prime comunità cristiane, che con inaudito fervore abbracciarono le parole di un credo nuovo e inaudito.
Carrère si concentra sui suoi massimi divulgatori: San Luca e San Paolo. Il primo è il medico macedone che attraverso il suo Vangelo ci dona un’immagine poetica della vita di Gesù; il secondo ha portato la fede tra i “gentili”, i “non circoncisi”, scontrandosi anche con i discepoli rimasti a Gerusalemme e ancora legati a un “cristianesimo” per soli ebrei. In questo scontro storico, davvero accaduto e a volte violento, Carrère riporta alla luce quegli interrogativi che ci appartengono e ci perseguitano. In noi esiste solo il dubbio. La fede toglie ogni perplessità e ci fa semplicemente credere che tutto sia avvenuto come ci è stato tramandato. In questo scontro tra dubbio e convinzione, verità e verosimiglianza, stanno le pagine dello scrittore francese.
Un viaggio per l’appunto che non approda a qualche certezza, ma che ci aiuta nella nostra ricerca. Carrère ha pensato a tutto. Il suo lavoro è stato mastodontico. Ha ficcato il naso in tanti documenti, ha cercato tra le tante parole scritte nei secoli. Parte dalla sua esperienza, si mette a nudo e si dà in pasto al lettore. Non imita Cristo, ma va alla ricerca del suo messaggio. In San Luca, Carrère trova qualcosa di autentico. Questo evangelista infatti indagherà, scoprirà, riporterà ciò che ha appurato, stando lontano dai dogmi.
Una religione dogmatica è una fede farisaica. Tutto ciò che Carrère fa è comportarsi da uomo dubbioso, tenendosi lontano dalla verosimiglianza e avvicinandosi il più possibile al cuore di un messaggio millenario e ancora affascinante. Non trasforma il cristianesimo in sterile filosofia, non fa apparire Cristo come un guru, non apostrofa i discepoli come visionari; l’autore francese si affida semplicemente alla sua fame di verità. Ci dona pagine indimenticabili che tutti dovrebbero leggere, perché in questo gran mistero chiamato “Gesù” sta la parabola di ogni virtù e miseria umana.
Recensione di Martino Ciano
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