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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2014
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Indubbiamente quello che Walter Siti racconta, cioè il mondo della finanza moderna, o meglio la “zona grigia” che sta tra la finanza moderna, la corruzione, la criminalità, la mancanza di scrupoli elevati all’ennesima potenza, è vero o verosimile. Anche attraverso la finzione letteraria si possono toccare angoli di verità e di realtà ben definiti, ne sono convintissima. E certamente Siti è un maestro nello scrivere e nell’usare stili narrativi differenti, sa essere veloce, dissacrante e brillante nello stesso tempo. Fatte salve dunque le qualità narrative dello scrittore, devo ammettere che questo affresco/metafora della nostra società che esclude un qualsiasi scrupolo morale, una anche piccola debolezza umana voluta e difesa, ma che non dico esalta ma mette in particolare evidenza la violenza, la mancanza di scrupoli e di etica, ecco mi ha lasciata insoddisfatta. Nulla di quanto viene descritto è più lontano dal mio vissuto e dalla mia sensibilità né ha toccato le corde del mio interesse. Lo Strega? Mah...!
Questo libro mi è stato regalato e non penso lo avrei mai comprato se lo avessi trovato in una libreria; dopo averlo letto rimango della stessa opinione: non lo comprerei per me e tantomeno per un regalo. Sono stato tentato più volte di abbandonare la lettura per la pesantezza del libro soprattutto nella prima parte. Durante la lettura e lo sconforto iniziale, la trama del libro è diventata più interessante e questo mi ha dato la spinta per finirlo. Nel finale l'interesse è calato ed ho concluso il libro solo perché ormai ero giunto alla fine. Non mi è piaciuto lo stile in generale e questo è uno dei motivi che mi stava spingendo ad abbandonare la lettura. Le scene e i personaggi cambiano improvvisamente che senza una attenta lettura è facile perdersi, i dialoghi nei quali con difficoltà si capisce chi sta parlando, e l’utilizzo pesante del gergo finanziario. Una delle poche note positive, è che mi ha fatto riflettere sugli intrecci tra politica, finanza e criminalità.
Una volta di più si conferma che i premi letterari sono pilotati dalle case editrici. Questo libro è un concentrato di banalità, superficialità, luoghi comuni. L'autore, senza riuscirci, vuole scimmiottare Saviano e Busi cercando la prosa da cronista densa di particolari (prolissa e inutile), e l'argomento un po' osè che dovrebbe suscitare scandalo. Peccato che non riesce in nessuna delle due missioni. I personaggi non hanno il minimo spessore, appaiono e scompaiono inopinatamente, i dialoghi fanno pietà, il mondo che rappresenta è ormai una ridicola barzelletta. Insomma, 17 euro che potevano avere una migliore destinazione.
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