Ho letto tutta la serie del Commissario Ricciardi e dei "Bastardi di Pizzofalcone". Rispetto a Ricciardi ho letto i primi libri uno dopo l'altro, tutti d'un fiato, non tanto per la trama in sè, mai particolarmente brillante se pur ben costruita, ma per la particolarità del protagonista, per la sua intensità, e per la descrizione di alcuni personaggi a cui ci si affeziona sin dalle prime righe (il brigadiere Maione, la governante Rosa, il Dott. Modo, Bambinella per citare i principali). E per la presenza di Napoli negli anni del Ventennio. Negli ultimi libri si avverte tuttavia la stanchezza dell’autore che pare scrivere più per onorare un contratto con l’Editore che per soddisfare una reale necessità creativa (lo testimonia anche l’elenco sempre più lungo di collaboratori a cui rivolge i suoi ringraziamenti e che presumibilmente costruiscono a tavolino ogni dettaglio del romanzo). “Rondini d’inverno” non sono riuscita a finirlo, esasperata dalla banalità della scrittura, dal ritrovare il solito schema nella trama, dalla mancanza di spessore dei personaggi che sembrano figurine ritagliate nella carta.
Rondini d'inverno. Sipario per il commissario Ricciardi
In uniform edition il decimo romanzo della serie del commissario Ricciardi.
«Mi dispiace, brigadie'. Mi dispiace di aver sparato al commissario Ricciardi»
Il Natale è appena trascorso e la città si prepara al Capodanno quando, sul palcoscenico di un teatro di varietà, il grande attore Michelangelo Gelmi spara con la pistola contro la moglie, Fedora Marra. Nulla di strano, succede tutte le sere, ogni volta che i due recitano nella canzone sceneggiata: solo che dentro il caricatore, quel 28 dicembre, tra i proiettili a salve ce n'è uno vero. Gelmi giura di non aver mai avuto intenzione di uccidere Fedora, ma in pochi gli credono. Il caso sembrerebbe già risolto, eppure Ricciardi non è convinto. Cosí, mentre il fedele Maione aiuta il dottor Modo in una questione privata, il commissario – la cui vita sentimentale pare giunta a una svolta decisiva – si dedica con pazienza a ricostruire la vicenda. Un mistero reso ancora piú oscuro da una strana nebbia calata all'improvviso e che riserverà un ultimo, drammatico colpo di coda.
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Anno edizione:2018
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Nonostante io abbia letto ogni libro di M. De Giovanni, rimango affascinata dallo stupore che ha suscitato in me quest'ultimo romanzo sul commissario Ricciardi con un epilogo tanto atteso, la dichiarazione del suo amore per Enrica , avvenuta in un momento particolare in cui egli si rende conto che stava per perderla. Confermo la mia ammirazione per l'autore anche se, come lui ha detto in un recente incontro, non legge mai le recensioni che lo riguardano. Credo che sappia che i suoi lettori lo stimino ed attendono con piacere il suo prossimo lavoro.
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Sarà una pura coincidenza ma quando il De Giovanni da vita, con la sua "penna" al Commissario Ricciardi, ritrova magicamente la sua vena ispirativa migliore. Non credo che sia un caso. De Giovanni e il Commissario sono un'unica cosa. Anche se le storie hanno quasi tutte la stessa matrice, una vecchia canzone napoletana, una stagione dell'anno, il Nostro autore riesce sempre a trovare qualche spunto nuovo per tenerti legato alla storia fino all'ultima riga del libro. E poi c'è il Commissario Ricciardi che rimarrà sempre unico ed inimitabile in tutta la sua tristezza e la sua malinconia.