Scene dalla vita di un villaggio - Amos Oz - copertina
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Letteratura: Israele
Scene dalla vita di un villaggio
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Descrizione


Un uomo capita, quasi per caso, in un pittoresco villaggio d'Israele, Tel Ilan. Tutto sembra immerso in una quiete pastorale, se non fosse che invece in quell'armonia formicolano segreti, fenomeni inquietanti, tresche amorose, eventi di sangue. Tocca al visitatore cercare di svelare l'enigma, o anche soltanto conciliarsi con tutti questi misteri. Come quello di Benni Avni, sindaco del villaggio, che un giorno riceve un biglietto dalla moglie con solo quattro parole: "Non preoccuparti per me". Il marito naturalmente si preoccupa, la cerca in casa, in un rifugio antiaereo in rovina, in una sinagoga vuota, in una scuola - e questo è quanto. Non sapremo mai dov'è finita la moglie di Benni Avni. Né sapremo mai l'identità di quella strana donna, vestita da escursionista, che improvvisamente appare davanti all'agente immobiliare Yossi Sasson. O cosa è successo al nipote della dottoressa Ghili Steiner, che doveva arrivare al villaggio con l'ultimo pullman, ma non si è mai visto. O chi sia lo strambo Wolf Maftzir, che si infiltra nella vita e nella casa di Arieh Zelnik. Qualcosa di terribile è accaduto nel passato dei protagonisti di Tel Ilan. Qualcosa non è stato assorbito dalle loro menti e non è stato preservato nelle loro memorie, eppure esiste da qualche parte, nelle cantine, freme negli oggetti stessi, rivissuto ancora e ancora attraverso il dimenticare, in attesa del momento della rivelazione.

Dettagli

Tascabile
6 giugno 2012
184 p., Brossura
9788807723506

Valutazioni e recensioni

  • MAURIZIO RICCI

    Sette storie interrotte, ambientate nel villagio di Tel Ilan e con gli stessi personaggi che di volta in volta ruotano, diventando protagonisti, comprimari o semplici comparse; ma non esiste successione cronologica e dunque non sapremo se l'immobiliarista Sasson sarà liberato dalla cantina nella quale lo ha rinchiuso la bella e misteriosa Yardenia; che fine abbia fatto il nipote di Ghili; perchè l'avvocato Maftzir vanti diritti sulla casa di Arieh Zelnik. Ci dispiace, perchè avremmo creduto che alla fine le piccole vicende si riannodassero. L'ottava storia è apparentemente estranea alle altre ed è narrata in prima persona, in un luogo forse d'espiazione o d'esilio, che ignoriamo se e in quale relazione sia con Tel Ilan. Lo stile magistrale di Amos Oz è fluido e intenso, un bagno caldo. Ci regala delle istantanee, o meglio delle clip con zoom e fermo-immagine riuscendo ad attrarre l'attenzione sui dettagli minuti: d'altra parte, in fondo non accade niente (salvo il goffo approccio amoroso di Kobi). Piccole esistenze ordinate e un rimpianto personale per la vita nel kibbutz (a pagina 168, la serata canora con "canzoni di un tempo nel quale tutto era chiaro a tutti"). Allora quel che - forse - accadrà è lasciato alla preferenza del lettore: la sofferenza e l'insofferenza, il disagio che accomuna tutti i personaggi forse prenderà corpo o forse si riassorbirà nella routine. Una bella lettura.

  • ANTONELLA LONGO

    tutto il libro è bello, ma perché finisce a mezz'aria?

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