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Anno edizione: 2018
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A quale calmo (e illusorio) approdo un giorno potranno arrivare queste democrazie occidentali? Compiute solo in un fittizio embrione, sane come può esserlo qualcosa nato appassito, propositi magnifici e percorso infettato. Perchè? Dove iniziano gli strappi, la malafede, gli sconquassi e i declini di questa lunga stagione politica? La risposta è semplice: nelle risorgenze fasciste che pian piano tralignano sotto le croste della crisi, nell'arrivo di una presunta durezza salvatrice che, dentro il miraggio di promesse nuove, finisce solo per essere un vuoto esercizio compiaciuto allo specchio, nullità sovraniste a cui la plebe abbocca per moda o per paura, perchè quello è il vento e altrimenti non saprebbe dove guardare, smarrita e confusa nel suo girone di vita. Ma chi attrae questo popolo sa tutto, conosce il dettato di farsa a menadito, così, sfidando virilmente miti e giganti, impone la forza di una novità che è solo verbo di miseria. Ecco le democrazie in ginocchio: "L'odierna paralisi italiana è molto istruttiva. E' il segnale più chiaro della fine del ciclo della 'democrazia politica' otto novecentesca, e al tempo stesso prova che il moto 'dell'eterno fascismo' - come lo definì Eco - non dà segni di esaurimento". Libello incandescente e realista, un morso di verità nel corpo falso che muove questo Stato e che tanta e tanta cecità d'attorno non riesce a vedere, a sentire, uccisa dal pregiudizio e da un odio soltanto inutile. Il diverso, il migrante, persino l'acculturato che tenta approcci più sensibili diventano, in questo raggio riflessivo, poveri mendicanti del pensiero, stupide esistenze da abbandonare a se stesse. Canfora straordinario, come sempre ineccepibile nei suoi discorsi: da Tolstoj a Gentile, in un attento cammino d'analisi, percorre queste spirali illogiche nelle quali la storia annaspa e insegna insieme, perde e si rialza, Maestra tormentata, ambigua, mai lineare e tuttavia stupenda. Come se ne esce? Studiando, studiando, studiando, studiando.....
Quando ho intravisto il titolo subito mi sono lasciata trascinare da un vortice di ricordi: quand'è che don Abbondio, di manzoniana memoria, ha alzato la voce se non contro Renzo e Lucia che volevano sovvertire l'ordine delle cose precostituite? Ovvio che un saggio filosofico, seppur breve, regala parecchi spunti di riflessione, solo lanciando piccoli sassolini che, come in uno stagno, allargano il cerchio d'onda e si propagano quasi all'infinito. Interessante è il punto di vista di partenza: il moto tolstojiano del romanzo "Guerra e Pace" di un singolo per allargare le menti dei lettori a coalizzarsi per formare un gruppo compatto e scrivere la storia. Da questo concetto primigeno Canfora propone temi che spaziano dal fascismo alle religioni per aprire la mente del lettore e portarlo a conoscenze più chiare del suo stato di "schiavo". Ovvio che la lettura non sia immediata, poiché il pensiero filosofico ha necessità di fermarsi a riflettere. Anche se la stesura del testo non comporta difficoltà di terminologie, è bene fermarsi a riflettere tra un capitoletto e l'altro, solo per non fare confusione al termine. Reputo questo un libro da tenere a disposizione sempre.
Oggetto del libro è una riflessione, amara ma realistica, sulla crisi sociale e politica delle democrazie occidentali, sulle dinamiche e i rapporti di forza che orientano il “movimento sinuoso” della storia mondiale, sull’arretramento della sinistra nei paesi industrializzati e infine sul dovere di non affossare gli ideali di libertà, fraternità e uguaglianza sanciti dalla Rivoluzione Francese. Impietoso il ritratto che il professor Canfora fa della situazione politica attuale: dalle considerazioni sull’ideologia di Donald Trump, brutalmente razzista e egocentricamente conservatrice, a quelle sulla subalternità impotente dei paesi europei che vi si adeguano. La Francia di un Macron neoliberista e ondivago, l’Austria paranazista di Kurz, l’Inghilterra della Brexit e delle barriere a Calais, l’Ungheria e la Polonia oscurantiste e discriminatorie, fino alla nostra Italia, vassalla degli Usa e prona al nuovo strisciante fascismo. Analizzando il quale, si constata la straordinaria abilità della nuova destra nel coinvolgere le masse con la combinazione di sciovinismo e promesse di welfare, amor di patria e disprezzo dello straniero. A questa astuta strategia manipolatoria, la sinistra non ha saputo opporsi, avendo perso qualsiasi rapporto di fiducia e rappresentatività con il popolo, e avendo abdicato all’ideale di una maggiore giustizia sociale in nome di una fittizia fedeltà a un’Europa guidata da “burocrazie non elettive”, tese a difendere gli interessi economici delle nazioni più forti e del capitale finanziario internazionale. Luciano Canfora (dopo aver bollato come inconcludenti e velleitarie molte posizioni ecologiche, religiose, sociali nate nell’utlimo mezzo secolo) si dice convinto che l’umanità possa evolversi solo favorendo un’alfabetizzazione di massa, che renda consapevole ogni individuo, gradualmente e singolarmente, dei suoi diritti: al lavoro, alla salute, alla cultura, alla casa, a un equo trattamento economico, alla libertà.
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