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Evento assoluto nella storia del teatro, opera che spezza e sovverte ogni tradizione, ogni regola, uno scontro arte vita, materia illusione, finzione realtà, che sono annuncio e rivoluzione oltre il senso naturale di una realtà recitata. I personaggi che suggeriscono la storia a un gruppo di attori e li conquistano fino a una possibilità di inscenarla. Un sogno incarnato nell'impossibilità di una resa vera, perché i personaggi vivono davvero e gli attori sono meno di grigie spalle inadeguate. Un dramma in apparenza di superficie che è in verità lezione di profonda grandezza letteraria, esperimento e trovata senza pari. Immenso capolavoro.
E’ considerata l’opera principe del teatro pirandelliano. Tra l’altro ha avuto anche il merito d’innovare la tecnica teatrale, quale illustre esempio di “teatro nel teatro” e di abbattimento della “quarta parete” del palcoscenico, quella invisibile che separa la scena dal pubblico. Il tema è quello, tipicamente pirandelliano, del contrasto tra la vita e la “forma”, reso attraverso il contrasto fra i sei personaggi, usciti dalla penna dell’autore, ma non realizzati in una forma organica e compiuta, e una compagnia di comici invitati a interpretarli. La celebre opera pirandelliana evidenzia l’impossibilità della realizzazione, in questa nostra società, di persone autentiche. La contraddizione tra i personaggi, che si sentono incompiuti e vogliono realizzarsi, e gli attori, che rappresentano il fluire della vita, rende in modo quanto mai efficace, il dramma della vita umana, che è un continuo volgersi di tragedie in commedie e viceversa. Questo proprio perché i personaggi, che rappresentano i ruoli e le convenzioni sociali, non hanno una loro consistenza autonoma, ma gli attori, cioè la vita, sono tali proprio in quanto danno un volto ai personaggi stessi. E’ una contraddizione insanabile quella tra l’identità immutabile dei personaggi, ma inconsistente, e la sempre diversa interpretazione che possono darne gli attori, che rappresentano il fluire incessante della vita. E’ un continuo gioco di finzione e realtà, un intercambiarsi dei ruoli, un volgersi della tragedia in commedia, che rende il teatro pirandelliano un affascinante paradigma della vita umana.
E’ considerata l’opera principe del teatro pirandelliano. Tra l’altro ha avuto anche il merito d’innovare la tecnica teatrale, quale illustre esempio di “teatro nel teatro” e di abbattimento della “quarta parete” del palcoscenico, quella invisibile che separa la scena dal pubblico. Il tema è quello, tipicamente pirandelliano, del contrasto tra la vita e la “forma”, reso attraverso il contrasto fra i sei personaggi, usciti dalla penna dell’autore, ma non realizzati in una forma organica e compiuta, e una compagnia di comici invitati a interpretarli. La celebre opera pirandelliana evidenzia l’impossibilità della realizzazione, in questa nostra società, di persone autentiche. La contraddizione tra i personaggi, che si sentono incompiuti e vogliono realizzarsi, e gli attori, che rappresentano il fluire della vita, rende in modo quanto mai efficace, il dramma della vita umana, che è un continuo volgersi di tragedie in commedie e viceversa. Questo proprio perché i personaggi, che rappresentano i ruoli e le convenzioni sociali, non hanno una loro consistenza autonoma, ma gli attori, cioè la vita, sono tali proprio in quanto danno un volto ai personaggi stessi. E’ una contraddizione insanabile quella tra l’identità immutabile dei personaggi, ma inconsistente, e la sempre diversa interpretazione che possono darne gli attori, che rappresentano il fluire incessante della vita. E’ un continuo gioco di finzione e realtà, un intercambiarsi dei ruoli, un volgersi della tragedia in commedia, che rende il teatro pirandelliano un affascinante paradigma della vita umana.
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