Sharp objects

Sharp Objects è il cupo e avvincente esordio di Gillian Flynn; pubblicato negli Stati Uniti nel 2006, è tradotto e pubblicato in Italia con il titolo Sulla pelle; a distanza di ben dodici anni, il fortunato thriller torna alla ribalta, stavolta mantenendo il titolo originale, in occasione dell’uscita della miniserie televisiva ad esso ispirata. Non è però la prima volta che le storie di Flynn approdano sugli schermi: suo è anche Gone Girl, altro romanzo di grande successo, da cui nel 2014 fu tratto l’omonimo film.

La vita non è stata clemente con Camille Preaker: al termine di un’infanzia e un’adolescenza traumatiche e tormentate, la ragazza riesce finalmente a fuggire dal piccolo paese d’origine. Ma il passato non ha intenzione di abbandonarla, e gli sconvolgenti ricordi la spingono a compiere cruenti atti autolesionisti, a causa dei quali è costretta a trascorrere un periodo in un ospedale psichiatrico.

Al termine del ricovero, arriva per Camille la tanto attesa possibilità di provare a costruirsi un’esistenza serena. A Chicago, trova lavoro come reporter e si occupa di ciò che conosce meglio: criminalità, casi di abbandono e violenza. Nonostante non appaia pienamente soddisfatta dell’impiego, riesce a stringere un buon rapporto con Curry, il suo datore di lavoro, il quale la incarica di tornare a Wind Gap, la cittadina in cui è nata e cresciuta, per seguire gli sviluppi nelle indagini su un potenziale serial killer, artefice della brutale uccisione di una giovane adolescente e del rapimento di un’altra.

Il ritorno nella città natale significa, per Camille, non soltanto cercare di risolvere il mistero che avvolge i crudeli assassinii, ma anche fare faticosamente chiarezza sul suo passato e sul suo presente: chi sono davvero sua madre Adora, con la sua facciata di impeccabile madre e donna di provincia, e la sorellastra Amma, adolescente modello dalla personalità poliedrica, che aspetta soltanto di fuggire al controllo materno per mostrare la sua vera natura?

Gillian Flynn sfida i canoni del genere, che impongono protagoniste affascinanti e al contempo imperturbabili, propendendo per profili di donne che restano forti, ma sono inaspettatamente in grado di trasformare il loro potere in nutrimento per i loro più bassi istinti, arrivando addirittura a sovvertire i rassicuranti cliché che avvolgono il ruolo materno. Il romanzo di Flynn è un crudo thriller psicologico, che non teme di esplorare tematiche e comportamenti tanto reali quanto spaventosi.

Recensione di Elisa Valcamonica