Il libro sorprende sia in negativo che in positivo. La storia è carina ed anche abbastanza avvincente, inoltre le vicende che riguardano i protagonisti si svolgono tra intrecci e colpi di scena che tengono sempre viva l'attenzione. Forse un po' troppo pretenzioso da questo punto di vista, il libro risulta sovraccarico a causa proprio di tutti gli intrecci, che non t'aspetti, tra i vari protagonisti. La vera grande pecca del romanzo è lo stile narrativo da "scolaretta" scelto dall'autrice che ad un certo punto descrive un viaggio in aereo a 9000 Km d'altitudine, praticamente 20 volte la distanza dalla terra della stazione spaziale internazionale! E quel che è peggio è che sembra non abbia saputo far meglio che ripetere all'infinito un'espressione alla quale non ha saputo trovare, evidentemente, sinonimi adatti. L'espressione di cui parlo è: "Davvero?". Potrete trovare questa domanda in bocca a tutti i personaggi e sparsa per tutto il libro per almeno una cinquantina di volte. Non esiste veramente un'altro modo di scrivere un interrogativo tanto semplice? La ripetizione in questione, letta e riletta, fa cadere le braccia e venire il mal di stomaco. Ed è un peccato perché l'idea di fondo è molto carina. Peccato per lo stile scialbo e da principiante scelto dall'autrice al suo primo scritto. Un altro appunto sul finale, abbastanza inverosimile ma che ci può stare, peccato resti abbastanza aperto all'immaginazione del lettore. Se volete potete comprarlo ma non aspettatevi un capolavoro.
