La stagione dei sogni incrociati

Otto personaggi-persona, colti nei loro passi attraverso la soglia dell'evoluzione. Soglia a un tempo reale e simbolica, perché non esiste simbolo che non si incarni nella realtà e non esiste realtà che, affinché agisca in maniera trasformativa, non sia simbolicamente vissuta. Otto temi, esposti sin da principio con la chiarezza rivelatrice che caratterizza l'apertura di certe fughe di Bach. Otto vite che l'inconscio e il sogno, suo messaggero, mettono in comunicazione: nella dimensione onirica il vissuto carico di speranze dell'una diventa premonizione di pienezza di vita dell'altra. Ognuna di queste vite è una singolarità-talismano, un amuleto capace di risvegliare in chi legge le forze vitali sopite o di sospingere ulteriormente quelle di già risvegliate. Le relazioni familiari, il talento, il viaggio, il distacco da ciò che si ama ma che ormai appartiene al passato, il ritorno, costituiscono la materia umana che rende vicina ed intima l'esemplarità di quei talismani. Il tutto in una prosa la cui asciuttezza intensa e luminosa, la cui brevità hanno il carattere delle trascrizioni dei sogni, pratica tipica della psicologia analitica: nessun dettaglio temporale o fisico sarà sufficientemente ampio o splendido per motivare l'indugio sul dato reale, perché conta sempre solo quel reale che sia simbolicamente esperito e il simbolo per sua natura è sintesi estrema. Si percepisce con delicatezza l'eco delle grandi tematiche jungiane: Flaminia Nucci tiene sapientemente insieme il calore della narrazione con, in filigrana, la profondità della dottrina. Sembra che sia nato un nuovo genere letterario.