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Anno edizione: 2018
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Toccante e introspettivo, narra la storia di un uomo che perde la propria moglie per malattia ma che non riesce a superarla, tanto da crederla ancora viva dopo anni dal decesso. Dall’altro lato un barista giovane che lo conosce, conosce la sua storia, e grazie a lui affronta la sua di perdita, quella di suo padre, e decide finalmente di cambiare. Non il classico racconto, bensì uno slalom dell’animo umano che non si rassegna ma che combatte contro una bestia feroce quale è il dolore della perdita.
Il dolore può essere lancinante, distruttivo, famelico. Una giovane donna, Giovanna, si ammala e muore. Tutto ciò che resta è un vuoto, che non vuole andare via. Il suo compagno deve andare avanti, non può rimanere indietro mentre la vita gli scorre davanti, ma ha paura di non farcela, si sente incompleto , la cerca dappertutto fino a quando non smarrisce la via. Aggirandosi nei corridoi dell’ospedale, in quegli spazi il suo pensiero diviene egodistonico, vuole staccarsi dalla realtà, perché cruda, violenta, e tornare indietro con la memoria , per rivivere ricordi felici. Questo libro ci insegna che non bisogna darsi mai per vinti, perché dalle macerie si può ricostruire, ci vorrà sicuramente del tempo, tanti sacrifici , ma non importa, ciò che conta è la meta. Questo libro non a caso è stato candidato al Premio Strega , probabilmente perché esprime un vissuto interiore non indifferente, perché nella vita per essere dei grandi condottiere bisogna vivere e non imparare a sopravvivere.
Questo libro è ben scritto, ben strutturato, realistico anche se molto duro. Mi ha riempito di tristezza l’elaborazione del lutto del protagonista per la perdita della giovane moglie. Ho avvertito il suo smarrimento quando cerca la moglie nelle stanze dell’ospedale e in quelle di casa. Condivido il messaggio di questo libro: la vita deve continuare per le persone care che sono rimaste attorno a noi. Il libro è bellissimo, lo consiglio.
Recensioni
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