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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2016
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Torna Connelly, torna Bosch e torna un buonissimo thriller. Il romanzo inizia lentamente poi, pagina dopo pagina, cresce di ritmo e intensità, con il classico stile investigativo tipico di Bosch, fatto di indagini a tavolino, interrogatori e intuizioni. I casi da sbrogliare, alla fine, sono due, in cui si intrecciano politica, questioni razziali e lo sfondo è quello di una Los Angeles più corrotta che mai. Lo stile di Connelly è sempre avvincente e scorrevole, anche se l'autore ha scritto romanzi ben più avvincenti e con una trama meglio gestita; qui, in verità, colpevoli e indiziati sono solo la cornice ad un libro che, secondo me, aveva ben altre finalità, forse difficilmente comprensibili e poco interessanti per un italiano o per chi non vive le realtà americane profondamente. Thriller che, ad ogni modo, si legge piacevolmente e che diventa sempre più coinvolgemte capitolo dopo capitolo. Consigliato a chi ama Bosch, a chi vuole seguire le sue vicende, consapevole dei suoi metodi non sempre ortodossi contro i giochi di potere e le dimaniche politiche che non sempre cercano la verità. Se, invece, si vuole iniziare a conoscere questo anti-eroe, meglio partire da altri romanzi, ancora meglio se dai primi.
La lettura di questo romanzo è stata una leggera delusione. Non per la storia, non per lo stile: è un romanzo che non colpisce, scorre lento in più punti, a volte è anche ripetitivo. Non esalta, non stupisce, non crea suspence come invece un thriller dovrebbe fare. Non c'è nemmeno una vera analisi psicologica del protagonista: nei libri gialli e thriller in genere l'autore cerca di presentare al meglio il proprio protagonista. In questo romanzo invece, probabilmente perché l'ultimo pubblicato di una serie, Bosch sembra quasi una marionetta priva di emozioni: parla, agisce, ma, a parte alcuni casi isolati, non sembra essere davvero consapevole delle sue azioni e delle sue emozioni.
Dopo i primi indimenticabili due romanzi, ho seguito solo saltuariamente Michael Connelly, non perché non abbia apprezzato le sue indubbie qualità, ma ho dovuto fare una scelta preferendogli altri autori a me più consoni. Non sono quindi in grado di descrivere l’evolversi delle indagini condotte da Henry Bosch, né conosco il suo carattere, le sue vicende personali, la sua famiglia, le sue debolezze, i suoi pregi, i suoi difetti, i suoi successi, i suoi fallimenti, il suo relazionarsi con i colleghi. Recensirò quindi “La strategia di Harry Bosch” come se fosse il primo romanzo di Connelly che leggo.
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