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5 episodi slegati, che portano parallelamente avanti 5 riflessioni sulla società, sulla cultura e sulla politica del periodo
Contiene il documentario "Voices"
«Un'istantanea di un mondo lontano e perduto dove la musica rock è ancora una forza redentrice e rivoluzionaria» – The Guardian
«Splendidi i piani-sequenza che riprendono i Rolling Stones mentre stanno componendo: vero valore aggiunto di un film di grande fascino» – Long take
I Rolling Stones stanno provando Sympathy for the Devil. Una ragazza scrive slogan fantapolitici sui muri di Londra. Un gruppo di ragazzi di colore del “Black Power” si è stabilito in una discarica di automobili. In una libreria piena di materiale pornografico e romanzi pulp, il proprietario legge il Mein Kampf. Una troupe televisiva a passeggio per un bosco intervista una ragazza (Anne Wiazemsky). Cinque episodi slegati, che portano parallelamente avanti cinque riflessioni sulla società, sulla cultura e sulla politica del periodo. È l'unico lungometraggio inglese di Jean-Luc Godard, che ha voluto raccontare, a suo modo, la swinging London degli anni Sessanta unendola a una rappresentazione della democrazia liberale (o della sua fine), allegorizzata dalla ragazza intervistata. Ha un andamento sinuoso, Sympathy for the Devil, elegante e fin stupefacente nella capacità di catturare lo spettatore, nonostante la sua natura di pellicola tendenzialmente sperimentale e anti-narrativa. È un'opera anarchica (le bandiere che sventolano nel suggestivo finale sono una rossa e una nera), suggestiva, straripante per forma e contenuti, grottesca in alcuni passaggi (tra le scritte sui muri troviamo “Cinemarxism” o “Freudemocracy”) e malinconica in altri. Splendidi i piani-sequenza che riprendono i Rolling Stones mentre stanno componendo: vero valore aggiunto, non solo per i fan della band britannica, di un film di grande fascino. Sottovalutato o sopravvalutato a seconda di chi ne ha scritto, è un prodotto ricco di frasi che rimangono impresse: «C'è un solo modo per essere un intellettuale rivoluzionario, smettere di esserlo». Conosciuto anche come One Plus One.
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