L'avevo già letto anni fa e mi era rimasto un buon ricordo. Rileggendolo stavolta mi ha sconvolta, la descrizione del baratro in cui cadono i due assassini è allucinante, al momento del suicidio ho tratto un respiro di sollievo per loro. La figura della vecchietta paralitica e muta, che soffre di un dolore lancinante per la scoperta dell'assassinio del figlio adorato, e che si trova nell'impossibilità di denunciare i due disperati, è geniale. Molto caratteriali tutti i personaggi. Lo consiglio senza dubbio.
Thérèse Raquin. Ediz. integrale
"Thérèse Raquin", forse il più famoso romanzo di Zola, è la straordinaria, lucidissima analisi di un delitto quasi perfetto. In apparenza la storia è un tipico feuilleton: due amanti, sconvolti dal desiderio carnale, diventano assassini per sbarazzarsi del marito di lei e finiscono travolti dalla precisione della loro stessa macchinazione. Si assiste così a una metamorfosi quasi "chimica" della passione in paura e in egoismo: i due complici sono condannati a restare legati come gemelli siamesi, l'uno saprofita del corpo e dell'anima dell'altro, eppure enormemente distanti, ciascuno perseguendo una sua solitaria quanto vana strategia di salvezza. E dietro all'epilogo moralistico che vede scoccare un inesorabile castigo per i due criminali, si legge piuttosto in filigrana una sorta di insostenibile pesantezza del crimine per due creature fondamentalmente fragili e pavide. Qui per la prima volta nella letteratura un personaggio di fantasia viene esplicitamente trattato come un caso clinico: "In Thérèse Raquin", ammette Zola, "ho voluto studiare dei temperamenti e non dei caratteri [...] ho semplicemente fatto su due corpi vivi ciò che i chirurghi fanno su dei cadaveri." (Introduzione di Mario Lunetta)
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Anno edizione:2016
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Antonia Dragone 28 novembre 2017
Classico del naturalismo francese che dimostra l'assioma secondo il quale siamo il frutto dell'ambiente che ci circonda. Thérèse cresca all'ombra di una zia morbosamente attaccata al figlio ipocondriaco, Camille, a cui finisce in sposa, quasi fosse un oggetto destinato a sostenere il peso dell'inedia e dell'accidia di costui. Quasi scontato l'innamoramento per Laurent, il primo uomo che la faccia sentire donna oltre l'apparenza fisica, donna erotica, donna da amare e desiderare. Ma anche Laurent è cresciuto in una bolla di ignavia, indolenza, per cui Thérèse finisce per essere solo un capriccio. Il prezzo del capriccio dell'uno, del volersi sentire legittimamente viva dell'altra, passa attraverso un atto efferato come l'omicidio. Giustificabile? Più che i lettori, sono proprio i due omicidi a non sapersi assolvere, quasi dopo il culmine del loro disperato tentativo di sottrarsi a ciò che si è, capiscono che non c'è modo per cambiare: la strada "naturale" è tracciata, perché scavata con le unghie fin dentro l'animo umano. Ma allora la vita è solo questione di condizioni favorevoli o sfavorevoli?