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Il seguito di "Il Dio del deserto" è un libro di quasi 500 pagine che si fanno leggere tutte d'un fiato. C'è l'azione, la guerra, l'amore, la follia, un pizzico di magia, ovviamente i colpi di scena, insomma tutto quello che può aiutare a creare una grande fiaba, una gradevole lettura di svago. Se uno non pretende il realismo storico è, tenendo conto dell'ambientazione anche nel deserto, il libro perfetto da leggere sotto l'ombrellone in spiaggia ?. Wilbur Smith si conferma un grande affabulatore.
Il quinto capitolo della saga del nobile eunuco e semidio Taita si fa leggere senza molta difficoltà. La trama risulta, però, alquanto scontata e priva di reali colpi di scena. La stessa ambientazione che ha fatto la fortuna della saga sembra in qualche modo sfumata. Il racconto, infatti, potrebbe senza grande difficoltà essere ambientato anche nella Francia medievale. Dopo la vittoria di Taita sugli hyksos, che avevano occupato buona parte dell'Egitto, e la morte del faraone Tamose sale al trono Utteric che si mostra folle e particolarmente ostile a Taita, al punto di privarlo di tutti i poteri ed averi. Taita è costretto così a fuggire in Grecia dove viene ospitato dal re di Lacedemone Hurotas, alleato contro gli hyksos ed amico di un tempo. In Grecia, Rameses, fuggito con Taita e pretendente al trono egizio, si innamora della bella e intelligente Serrena, sua cugina, e figlia di Hurotas. Serrena però viene rapita da alcuni messi di Utteric e portata in Egitto. Taita e Rameses ritorneranno in patria per liberare la giovane promessa sposa di Rameses e per organizzare la resistenza al faraone e così aiutare la lega spartana, che guidata da Hurotas cercherà di spodestare il faraone. Inutile dire che Utteric sarà sconfitto e i giovani coroneranno il loro sogno d'amore, oltre che divenire faraone e regina d'Egitto. La vittoria sarà raggiunta dopo assedi e scontri tra eserciti e grazie all'astuzia di Taita, soccorso dalla dea Inanna, che lo aiuterà a trovare il modo di uccidere Terramash, semidio figlio di Portus e della dea Ecate, il più forte sostenitore di Utteric. Sono forse le parti mitologiche a rendere il libro più gradevole e a farne una piacevole lettura.
Chi ha letto gli altri della serie dei faraoni non aspettava altro che questo libro. Wilbur Smith non si smentisce e ci consegna un romanzo magistrale in cui la passione, la furia, i tradimenti e la suspense non danno tregua fino all’ultima pagina. Scontro dopo scontro la protagonista Taita continua a mettere tutto il suo coraggio e il suo ingegno al servizio del suo popolo. Lettura scorrevole, leggera, piacevole. Lo consiglio vivamente, insieme a tutti gli altri libri della saga
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