L'ultimo faraone - Wilbur Smith - copertina
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Letteratura: Zambia
L'ultimo faraone
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Descrizione


L'Egitto è sotto attacco. Tamose, il vecchio Faraone, è stato ferito a morte, la leggendaria città di Luxor è circondata e tutto sembra perduto. Taita, l'ex schiavo diventato generale dell'esercito reale, si prepara a ricevere il colpo finale dell'armata nemica. Con un tempismo perfetto, l'inaspettato intervento di un suo vecchio amico ribalta le sorti della battaglia, e l'esercito egizio festeggia la ritirata del nemico. Tornato a Luxor come vincitore, Taita si accorge subito che qualcosa non va. L'ascesa al trono di Utteric preannuncia un'era oscura per il futuro dell'Egitto. Utteric infatti è tanto giovane quanto debole e crudele. Sentendosi minacciato dall'influenza di Taita presso la corte, in particolare dal suo affetto per il suo più giovane e degno fratellastro, Rameses, accusa Taita di alto tradimento e lo fa imprigionare, condannandolo a morte certa. Rameses si trova costretto a una scelta: aiutare Taita a fuggire opponendosi alla folle tirannia del fratello, oppure restare in silenzio. Per un uomo come lui, tuttavia, non c'è altra possibilità che quella di lottare per il bene della sua amata terra...

Dettagli

Tascabile
13 febbraio 2020
484 p., Brossura
9788850256433

Valutazioni e recensioni

  • Gabriella Greco

    Smith è una garanzia e anche stavoilta non delude le aspettative. Bellissimo

  • Giuseppe D'Addio

    L'autore, Wilbur Smith, ha scritto molto di più e molto meglio di così: la trama di questo libro è piuttosto banale, nonostante una premessa decente, e i personaggi diversi da Taita sono descritti poco bene: i buoni passino, perché a volte dovono fare cose cattive, altrimenti non sarebbero buoni, ma i cattivi non solo rimangono cattivi e basta, ma non trasmettono neanche un po' di empatia, ed emanano solo pateticità, se mi permettete il termine. Lo stesso Taita, l'eunuco protagonista della saga egizia di Smith, era all'inizio un semplice umano che in seguito, a un certo punto della sua storia, era diventato immortale (scusate lo spoiler, dato che questo avviene anche dopo almeno due libri a lui dedicati), però questo libro l'hanno reso un po' troppo forte, ma per fortuna esistono situazioni nella quale neanche le sue sole abilità bastano per risolverle e quindi deve essere affiancato da qualcuno. Il punto peggiore, però, è il fatto che rappresenta un sequel alternativo de Il Dio del FIume, soppiantando così un'intera linea temporale che quel romanzo aveva avviato. Si salva dalla mediocrità, ma solo di poco, per queste ragioni.

  • SERGIO MARTINEZ

    Il seguito di "Il Dio del deserto" è un libro di quasi 500 pagine che si fanno leggere tutte d'un fiato. C'è l'azione, la guerra, l'amore, la follia, un pizzico di magia, ovviamente i colpi di scena, insomma tutto quello che può aiutare a creare una grande fiaba, una gradevole lettura di svago. Se uno non pretende il realismo storico è, tenendo conto dell'ambientazione anche nel deserto, il libro perfetto da leggere sotto l'ombrellone in spiaggia ?. Wilbur Smith si conferma un grande affabulatore.

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