Gli avvenimenti di una vita possono portare ad una fede solida in qualcosa di più grande o ad inspessire la propria corteccia e spingere alla negazione dell’esistenza di una divinità, o ancora a porre l’essere umano in un punto qualsiasi tra tali poli opposti. In questo libro, accanto a quello che sembra fanatismo religioso, trova spazio anche una visione più critica nei confronti della fede, come quella del protagonista Lyle, che lotta - insieme alla moglie Peg - con tutte le sue forze, sia con atti pratici che interiormente, per tenere legati a sé le persone più care, la figlia Shiloh ed il nipote Isaac, entrati in quello che ha l’aria di essere una gruppo religioso chiuso e radicale. L’autore, come in altre precedenti pubblicazioni, riesce mirabilmente a raccontare l’America rurale, trasportando il lettore nelle vicende vissute dai personaggi. Il racconto diventa così vivido ed il vissuto di Lyle diventa non giudicabile, ma al contrario condivisibile, perché il suo sguardo diventa quello del lettore e non c’è più decisione da appoggiare o errore da condannare, ma solo un’immensa umanità che potrebbe essere quella di ognuno di noi, che ci si trovi nella provincia americana o in qualsiasi altro posto del mondo. L’universalità dei sentimenti ritratti nelle pagine del romanzo trova il suo esempio più concreto in quell’immenso amore che un genitore prova per i propri figli, un vero e proprio atto di fede, che spinge Lyle a dire a sua figlia: “Essere genitori significa anche amare tuo figlio più di quanto lui ti amerà mai”.
Uomini di poca fede
Dopo il successo di Shotgun Lovesongs e Il cuore degli uomini, Nickolas Butler si ispira a una storia della sua terra per dare vita a un romanzo colmo di umanità.
«Essere genitori significa anche amare tuo figlio più di quanto lui ti amerà mai»
«Un romanzo tenero e acuto, il migliore che Nickolas Butler abbia scritto finora» - The Wall Street Journal
«Un libro ricco di spiritualità, che venera le gioie semplici del quotidiano» - The New York Times
Adorare è sempre sembrata una parola forte a Lyle Hovde, ma è quella che più rappresenta il suo sentimento verso certe giornate di primavera, in cui prende il pick-up e guida lungo il Mississippi per raggiungere il frutteto dove lavora, il nipotino Isaac di cinque anni a fargli compagnia e la natura del Wisconsin a guarire i mali dell’anima. Isaac è il bimbo di Shiloh, la figlia adottiva di Lyle e della moglie Peg, appena tornata a vivere a casa dei genitori dopo un lungo periodo di lontananza e ribellione. Era stato difficile separarsi da Shiloh, ed essere di nuovo riuniti sotto lo stesso tetto è una gioia per Lyle e Peg. Per questo, appena lui viene a sapere che la ragazza è diventata seguace di una chiesa radicale e intende trasferirsi con il piccolo Isaac a vivere assieme al pastore che la guida, vorrebbe fare il possibile per impedirglielo. Tanto più che i due sembrano avere strane convinzioni legate ai poteri sovrannaturali del bambino... Quando il fanatismo religioso minaccerà da vicino la salute del nipote, Lyle si troverà costretto a compiere un atto estremo di resistenza per evitare che una nuova tragedia si abbatta sulla sua famiglia.Con la consueta bravura nel ritrarre l’America rurale, lo scrittore del Midwest coglie temi universali – le contraddizioni del credere, il dolore del lutto, il peso dell’affetto – e li trasforma in sensazioni concrete, come l’odore della polvere e della benzina, la vista a perdita d’occhio sui campi e i solchi profondi che l’amore scava dentro ognuno di noi.
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Anno edizione:2020
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Emilio Savone 16 maggio 2020